da Roma
«Mi sento impegnato in prima persona a costruire un partito dei moderati, sulla scia del Ppe, che abbia un vero progetto per lItalia, imperniato sulla difesa dei nostri valori e della grande tradizione cristiana». Pier Ferdinando Casini, per un giorno, si riprende il centro della scena politica. E rilancia la sua proposta centrista, attraverso lidea di un nuovo partito capace di attirare gli scontenti dei due schieramenti. «Cè un mondo come quello del Family day che su questi valori si ritrova, e ci sono tante personalità che alla fine di questa legislatura dovranno fare i conti con quello che si è prodotto, da Gerardo Bianco a Dini, da Fisichella a Mastella. Sono tutti interlocutori possibili» dice dalle pagine de Il Messaggero. «Sento sempre di più - dice - tanti che militano negli altri partiti del centrodestra e che si sforzano di riflettere seriamente in una stagione così disagiata. Penso che ci sia molta più politica in tante parole di Formigoni o di Adornato - aggiunge - che in slogan pubblicitari tipo Mulino Bianco». Secondo Casini quella che si apre è una fase movimentista un po per tutti. «Chi è affascinato dal Partito della Libertà segua la sirena. Io so però - spiega ancora - che cè un popolo vastissimo che non accetta limpostazione tradizionale del centrodestra, e ce nè uno altrettanto vasto deluso dal voto che ha dato a Prodi. Una cosa però devessere chiara: un atto così importante non si può fare tradendo il patto con gli elettori». Il leader centrista si sofferma poi sulla «confusione» e sullo stato di «scoramento e di disorientamento» che regnerebbe tra i parlamentari del centrodestra in merito allipotesi della nascita del Pdl. Si tratta di parlamentari che alla Camera e al Senato «dovrebbero sorreggere la battaglia dellopposizione contro Prodi». Ma questo disorientamento «rischia solo di allungare la vita alla legislatura», rimarca. In questo quadro, Casini non capisce «tutto lo scandalo che sta suscitando la Brambilla: il metodo con cui è stata selezionata da Berlusconi è analogo a quello con cui ha selezionato tanti altri». Stoccate arrivano anche per il Partito Democratico nel quale «non cè nulla di democratico, sono primarie costruite sulla macchina elettorale delle nomenclature dei singoli partiti».
Le reazioni dei parlamentari degli altri partiti del centrodestra non sono certo bagnate nellinchiostro dellentusiasmo. «Non si può certo prescindere dalla forza e dal radicamento di An e Forza Italia. Certe strade portano solo alla subalternità a una sinistra alla deriva» dice Maurizio Gasparri. E Altero Matteoli di rimando: «Casini tira fuori quattro nomi e con quattro nomi i partiti non si fanno. Per fare un partito bisogna partire dalla base che cè, nel centrodestra». E se Ignazio La Russa fa notare come quella attuale sia una «fase di esaltazione delle identità dei singoli partiti», lazzurro Francesco Giro definisce il progetto casiniano «pervaso di incongruenze e amnesie. Sulla teoria del partito di plastica, come prodotto di unoperazione pubblicitaria, oggi riesumata da Casini non crediamo di dovere insistere più di tanto, non fossaltro per scaramanzia, non avendo portato molta fortuna al suo primissimo inventore, lonorevole Occhetto che così sentenziò alla nascita di Forza Italia nel 1994».
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