L'estremismo ormai si è mangiato il Pd. Nasce una sinistra battezzata da Hamas

Addio al sogno dem, il campo largo strizza l'occhio alle piazze della rivolta

L'estremismo ormai si è mangiato il Pd. Nasce una sinistra battezzata da Hamas
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L'idea è nata in coda a un corteo, nel bel mezzo di un autunno riscaldato, con Maurizio Landini sbracciato a evocare il solito sciopero generale e una compagnia di ragazze addolorate a scandire "free free Palestine". Quando l'ingegnere Francesco Tieri, al secolo Abd al-Haqq, islamico per convinzione e conversione, ha visto nelle strade e nelle piazze questa rappresentazione teatrale del campo largo ha subito pensato che sulla scena ci sarebbe stato spazio anche per lui. L'equazione è un po' raffazzonata ma potrebbe anche funzionare: con tutta questa gente che tifa Hamas il partito islamico potrebbe candidarsi alle elezioni. Quando e dove? Niente fretta: a Roma nel 2027. È così che spunta "MuRo27". Musulmani per Roma con tanto di data. La speranza, come sempre, è fare la differenza e soprattutto spostare il perimetro della sinistra altrove, con la lungimiranza di chi guarda al futuro, quando i numeri del voto islamico potrebbero essere rilevanti. L'unica pecca di questa partita è che il mondo musulmano non è culturalmente progressista. È conservatore, anzi reazionario e a sinistra non sta affatto comodo. Pazienza. Il "campo largo" non ha mai fatto i conti con la realtà e, quindi, va bene così. La tendenza in fondo sta diventando chiara. Zohran Mamdani, figlio dell'alta borghesia globalizzata e nuovo sindaco di New York, incarna i sogni di Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, rossi e verdi, docenti e intellettuali, smarriti e dispersi, rimasugli de La7, e quel che resta del Domani. Ci sarebbe anche Giuseppe Conte, che per tradizione di avvocato pugliese trova questo Mamdani un pochettino stravagante ma non può rinunciare a seguire l'onda del momento.

Il campo largo, di cui non si conoscono i confini e neppure i semi con cui dovrebbe essere coltivato, appare comunque chiassoso. Tutto quello che accade da quelle parti viaggia a decibel molto alti. Allarmi e lamenti, grida che si rincorrono e la sfida a chi drammatizza e bestemmia più forte. Giorgia Meloni la vedono solo a testa in giù, perché lo spirito che sembra guidare il "campo largo" è l'estremismo. È la vecchia malattia massimalista da cui, peraltro, è spuntato pure quel giornalista incacchiato famoso col nome di Benito Mussolini. Il clima attuale, in effetti, ricorda il tramonto della Belle Époque. Non c'è mai nulla di davvero inedito in questa storia.

Solo che a un certo punto qualcuno deve farsi una domanda: cosa c'entra il Pd con tutto questo? Non dovremmo chiedercelo su queste pagina, alla fine non sono affari nostri, però non è mai bello vedere un partito che perde se stesso. Il Partito Democratico, battezzato così per una fissa di Walter Veltroni, con tutti i suoi pregiudizi non nasce né populista né massimalista. È il matrimonio tardivo, una sorta di compromesso storico fuori tempo massimo, tra un Pci scolorito, che ama Berlinguer ma vorrebbe avere l'intelligenza politica di Craxi, e la Dc da Azione cattolica, con gli arabeschi di Ciriaco De Mita e l'arrivismo dei nuovi cavalli di razza nipoti putativi di Amintore Fanfani. L'incrocio di interessi della provincia meridionale che improvvisamente si ritrova a parlare toscano. Questo era il Pd, il partito orgoglioso della sua vocazione maggioritaria. Elly Schlein ha scarnificato tutto questo, ma non perché avesse un progetto politico definito, una vera alternativa. Lo ha fatto per inconsapevolezza.

La realtà è che lei sarebbe stata benissimo alla guida dei Cinque Stelle e al suo posto non c'è segretario migliore di Giuseppe Conte. La prima a fare la minoranza estrema, il secondo democristiano mezzo rosso. È qui l'equivoco del campo largo che lascia spazio al partito di Hamas.

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