Casini e i giudizi della Chiesa «Propone ma non impone»

La diessina Livia Turco avverte la sinistra: con troppi attacchi alle istituzioni religiose si rischia «di perdere l’elettorato cattolico»

da Roma

«La Chiesa non impone ma propone», dice il presidente della Camera Pierferdinando Casini. Attenzione a non attaccare troppo le istituzioni religiose, avverte Livia Turco, perché si rischia di «perdere l’elettorato cattolico». Sia nel centrodestra che nel centrosinistra si tenta di arginare l’anticlericalismo che in questi giorni ha visto come obbiettivo preferenziale il presidente della Conferenza episcopale italiana, Camillo Ruini. Continua a rinsaldarsi l’alleanza radicali-Sdi, al punto da provocare un comunicato di rottura da parte dei Popolari-Udeur: se continua il «furore anticlericale» di Enrico Boselli, scrivono i capigruppo Nuccio Cusumano e Nicodemo Filippelli, «non ci potranno essere per quanto ci riguarda nè trattative, nè tavoli programmatici di confronto» con uno Sdi fermo su queste posizioni.
Parallelamente prosegue la polemica sull’aborto che sembra trascurare le parole di ieri di Papa Benedetto XVI. La prevenzione dell’interruzione volontaria della gravidanza, ha detto ieri il ministro della Salute, Francesco Storace, intervenuto alla trasmissione Otto e mezzo, è prevista da un articolo della legge 194 ma «non è stata finora attuata in pieno. Se ci fosse stata una vera politica di prevenzione - ha sottolinea Storace - il calo degli aborti in questi anni sarebbe stato maggiore. Ma ogni volta che se ne parla si accendono cori da curva sud». Anche ieri il radicale Daniele Capezzone ha attaccato l’esponente di An, definendolo «ministro delle Guardie svizzere». Mentre la socialista Chiara Moroni chiede che il titolare della Sanità «dica apertamente» se intende modificare la legge 194.
Contemporaneamente si dibatte sul rapporto tra Stato e Chiesa e sulle presunte ingerenze della seconda nelle leggi laiche. Ieri è intervenuto Casini, per chiarire che nei rapporti tra Stato e Chiesa è ora di «sgombrare il campo da incomprensioni», e di tenere ben presente che «la Chiesa si limita a proporre, non certo a imporre».
Il presidente della Camera ha colto l’occasione della presentazione del «Compendio della dottrina sociale della Chiesa» per chiarire: «L’azione sociale della Chiesa è probabilmente l’ambito che più si presta ad interpretazioni strumentali - ha affermato -. Essa si sovrappone, infatti, in modo pressoché sistematico all’azione della politica».
Ma «la dottrina sociale non esprime un progetto politico», ha chiarito Casini. Tutto questo viene dimenticato «da chi nega alla Chiesa il diritto di interloquire sui grandi temi della condizione umana, della vita, della pace e della solidarietà», ha sottolineato la terza carica dello Stato. Chi «in buona fede» sostiene che gli interventi della Chiesa in questo campo «condizionerebbero l’autonomia e la laicità della politica» non ha «ben chiari gli intendimenti della Chiesa». Questo, ha concluso Casini, riflette «la fase di disorientamento che la politica attualmente sta vivendo».
Le reazioni «aspre e quasi sempre intolleranti» alle proposte della Chiesa «sono figlie di una crisi di credibilità della politica» che deve «recuperare il senso di servizio alla comunità».
Il giusto compromesso, secondo Angelo Sanza, di Forza Italia, che riprende anche l’intervento del Papa di ieri sull’aborto e sul valore della vita, è che, in questioni delicate come aborto ed eutanasia, i cattolici debbano «difendere la persona rispettando i canoni dello Stato laico».
«Prendere posizione contro aborto, eutanasia e pillola del giorno dopo non significa - secondo Sanza - ingerire nella politica, ma affermare una posizione netta sui principi e valori della difesa della vita». Chi teme il programma del Vaticano, in realtà, «è solo preoccupato dalla fragilità delle proprie posizioni».
Secondo il deputato dei Ds Valdo Spini, di religione valdese, non bisogna confondere «il legittimo invito ai fedeli a conformarsi ai precetti della Chiesa cattolica, che va assolutamente rispettato, con la richiesta allo Stato di conformare le sue leggi ai dettati della Chiesa».

Ma una delle sfide a cui «la coalizione di centrosinistra è chiamata alla prova» sarà la promulgazione di «una legge sulla libertà religiosa, valida per tutti coloro che non hanno stipulato con lo Stato concordato o intese».

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