«Ragioni inspiegabili» quelle che hanno spinto il presidente Ciampi a rinviare alle Camere la legge sulla inappellabilità per lautore stesso della legge, il presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella. «Le preoccupazioni manifestate da noi insieme alla gran parte della cultura giuridica erano fondate», replica invece Ciro Riviezzo, il presidente dell'Anm. E così il dibattito riparte: da un lato i sostenitori, tutti del centrodestra, e i penalisti, perplessi e preoccupati della decisione di Ciampi, dallaltro lopposizione, i magistrati, il Csm, nonché lo stesso Nicola Marvulli, primo presidente della Cassazione, pronti a ribadire «lavevamo detto noi». E Giuliano Pisapia, della commissione giustizia di Rifondazione, ritiene «ineccepibile» la decisione di Ciampi. Toni diversi nel centrodestra: «Mi dispiace molto che venga rinviata alle Camere una legge liberale», dice il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. Critica anche Magna Carta, la fondazione del presidente del Senato Marcello Pera. Invita ad abbassare i toni invece il presidente Casini: «Gli smodati applausi e le critiche fuori misura sono inappropriati». Stesso atteggiamento da parte del ministro Castelli: «Cè stato un messaggio di rinvio alle Camere del Capo dello Stato.
La Costituzione prevede questo iter e all'interno della Costituzione si agirà». Nel Csm è soddisfatto il vicepresidente Rognoni che aveva sempre espresso parere negativo sulla legge, mentre il penalista Giorgio Spangher, laico del Consiglio, contesta il Quirinale nelle motivazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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