Nella corsa al contenimento delle emissioni nocive, le priorità nazionali rischiano di scontrarsi con quelle globali. I vari livelli di omologazione dei motori fissati in sede europea vanno infatti nella direzione della guerra all'anidride carbonica (Co2), responsabile delleffetto serra e dei cambiamenti climatici, mentre in Italia lattenzione è tutta rivolta alle polveri sottili, identificate con la sigla Pm10. Così, se a livello continentale i motori alimentati a gasolio e dotati di filtro antiparticolato possono dire la loro, grazie a emissioni di anidride carbonica inferiori a quelle dei propulsori a benzina, da noi si sta diffondendo un'ingiustificata campagna anti diesel.
Alle amministrazioni locali che cercano di limitare la circolazione si aggiunge la confusione generata dalla legge Finanziaria 2007, che genera incertezze sul mercato. I contributi per chi rottama vecchie auto sono infatti concessi a chi acquista nuovi modelli con omologazione Euro 4 o 5. «Purtroppo - precisa Gianni Filipponi, segretario generale Unrae, l'associazione degli importatori di auto estere - lindicazione del termine Euro 5 può far ritenere che vetture con tali caratteristiche potrebbero essere disponibili sul mercato a brevissimo termine, mentre la realtà è diversa». Un'informazione errata che contribuisce a rendere ancora più complessa la scelta per chi decide di cambiare auto in questo periodo, cercando di effettuare un acquisto attento, che non obblighi ad andare a piedi entro pochi mesi dall'immatricolazione.
Bisogna chiarire che il regolamento che fissa il tetto di emissioni per la futura Euro 5 è in fase di approvazione: le omologazioni inizieranno a settembre 2009 e le immatricolazioni partiranno dal gennaio 2010.
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