Il caso L’assessore fa Resistenza pure a Pansa

Partigiani contro fascisti. Fascisti contro partigiani. Italiani contro italiani, insomma. Sono i protagonisti di un cortometraggio che si sta girando proprio in questi giorni a Genova, voluto dall'Assessorato alla cultura della Provincia per celebrare il 65° anniversario della Liberazione. Il set cinematografico comincia in un cunicolo alto poco più di due metri, stretto, con una piccola rientranza a metà: una cella per le torture negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Più avanti una grande stanza senza finestre dove venivano tenuti i prigionieri. È in questa galleria sotterranea, esattamente sotto la Casa dello Studente di Corso Gastaldi, che si svolgono le riprese. Un lavoro sulla Resistenza, costato quasi 10 mila euro, che sarà proiettato nelle scuole superiori.
E se a presentarlo arrivasse Gianpaolo Pansa? «Pansa? Beh... Lo stimavo moltissimo, prima. - risponde l'assessore Giorgio Devoto - Ma ora, sono sincero, non mi farebbe piacere». Prima di che cosa? «Della sua svolta revisionista. Certo, nessuno dice che i partigiani fossero dei santi, anche loro uccidevano i compatrioti e non è da nascondere neppure che tanti italiani all'inizio della guerra fossero contenti e appoggiassero il fascismo...». Ma tant'è...

«Vede, allora apprezzo di più Gianfranco Fini che sta ragionando tanto sulla storia del nostro Paese. Riesce a vedere oltre e ha capito che tutto quello che è stato è servito, comunque, a farci crescere come Patria e a far nascere la nostra Costituzione». (...)

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