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Caso Landis, Armstrong in tribunale: "Risponderà sul doping al giudice"

Il texano davanti alla Corte federale di Los Angeles: dovrà rispondere delle accuse di pratiche sospette di cui lo accusano i suoi ex compagni

Caso Landis, Armstrong in tribunale: 
"Risponderà sul doping al giudice"

Los Angeles - Il caso Landis e le accuse di doping al suo ex capitano Lance Armstrong arrivano in tribunale. Il texano, vincitore di sette Tour de France, è stato citato in giudizio per doping dalla Corte federale di Los Angeles. Il capitano della RadioShack dovrà rispondere, per la prima volta davanti al giudice, delle accuse a suo carico presentate da alcuni suoi ex compagni di squadra e da una società di sponsorizzazione.

Il caso A guidare l’accusa è Jeffrey Tillotson, l’avvocato della Sca Promotions, un’azienda che si occupa di sponsorizzazioni. Finora Armstrong ha sempre negato di aver fatto uso di sostanze proibite. Il ricorso a questo tipo di pratiche dopanti in grado di migliorare le proprie prestazioni, scrive il Wall street Journal, generalmente non è considerato un reato nel sistema giudiziario americano. Tuttavia, stavolta, il caso è diverso. Se la Corte riuscirà a provare l’uso di doping, Armstrong potrebbe essere condannato per frode ai danni degli sponsor, visto che nel testo dell’accordo il ciclista s’era impegnato a non assumere sostanze proibite o comunque in grado di migliorare le sue prestazioni. Un concetto spiegato bene da un altro avvocato, Mike Straubel, professore dell’università dell’Indiana: "I procuratori non stanno accusando qualcuno di semplice doping. Piuttosto cercheranno di dimostrare se c’è stata frode, spergiuro o false dichiarazioni da parte del campione".

Le accuse Le indagini federali hanno avuto spunto la primavera scorsa, quando l’ex ciclista, Floyd Landis, ha formalizzato le sue accuse contro Lance, suo ex compagno di squadra alla Us Postal Service. Testimonianze che si sono incrociate con la disputa legale portata avanti, sin dal 2004, dalla Sca Promotions. All’epoca la compagnia si rifiutò di pagare al ciclista, sette volte trionfatore di Parigi, ben 5 milioni di dollari come premio per le sue vittorie, citando le continue accuse di doping. Ovviamente Armstrong e la sua squadra hanno denunciato la Sca per il mancato pagamento. Ma nelle ultime settimane le testimonianze contro di lui si stanno moltiplicando. C’è un altro suo ex compagno, Stephen Swart, che ha raccontato agli inquirenti che durante una corsa nel 1995, Armstrong gli aveva confessato che stava cominciando a prendere Epo, una sostanza proibita. Un altro corridore, Frankie Andru, ha detto di aver ascoltato Armostrong nel 1996 confessare l’assunzione di doping nel corso di una visita medica. Tutti colloqui che Armstrong ha sempre smentito. A questo punto l’ultima parola tocca alla Corte di Los Angeles. Bryan Daly, l’avvocato scelto da Armstrong, ostenta tranquillità, ricordando come il suo assistito abbia sempre superato tutti i test anti-doping. "I dati oggettivi, le prove riscontrabili e credibili dicono che Lance non ha mai mentito.

Tutto il resto sono chiacchiere".

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