Torna sul decreto antiscalata, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: "L’abbiamo detto in modo ufficiale. Noi abbiamo l’intenzione di presentare in Europa tradotta in italiano la legge francese. La legge francese se va bene per l’Europa in Francia deve
valere anche in Italia". Per il ministro, intervenuto a In 1/2 h, "si può anche fare lo shopping di legislazione". Infatti, spiega Tremonti, "non vedo perchè una legge che va bene a difendere i lavoratori di un paese non debba andare bene a difendere anche i lavoratori del mio paese. L’Europa presuppone il mercato e anche
la reciprocità e noi abbiamo l’impressione che ci sia uno Stato come l’Italia che crede nel mercato e l’altro (la Francia, ndr) che crede nei monopoli. un pò di equilibrio ci deve essere".
Il nucleare? Debito da recuperare Tremonti ha parlato anche di nucleare: "Se noi avessimo il nucleare avremmo un tasso di crescita molto più alto degli altri paesi: gli altri hanno il nucleare ma non conteggiano il costo del nucleare. Noi abbiamo debiti privati, debiti pubblici ma anche il debito atomico". Il ministro ha proseguito dicendo che tutta la vicenda del nucleare "mi fa pensare molto perchè è un pezzo dell’economia che può cambiare secondo valutazioni scientifiche ma anche secondo il sentimento, la paura e la preoccupazione della gente. A livello personale - ha concluso - credo che ci vuole tempo per capire, non puoi fare scelte emotive però devi tenere conto che l’emozione è parte delle decisioni politiche".
Combattere l'evasione fiscale "La tassa giusta, ha detto il ministro, è sull’evasione fiscale e noi stiamo davvero agendo con grandissimi e inattesi risultati sull’evasione fiscale. Se si vuole aumentare le tasse, significa aumentarle a chi le evade, non a chi le paga o a chi ha i bot in banca o ha una casa magari ereditata". Poi ha aggiunto: "Il problema della nostra finanza pubblica non è tassare di più ma spendere di meno. Se si pensa di mettere a
posto il bilancio con l’aumento delle tasse si segue la via sbagliata perchè l’unica via che abbiamo è ridurre la spesa pubblica. Se mettessimo delle tasse per conservare la spesa pubblica non faremo la cosa giusta per il nostro paese".
Le rivolte in nord Africa Il ministro ha analizzato anche i pericoli che derivano dalle rivolte che stanno agitando il nord Africa. "In ballo, ha spiegato, non c’è la stabilità dell’euro ma di tutta l’architettura finanziaria del mondo. Se il capo di una rivolta dice 'Questi soldi che stanno a Wall street stanno meglio al servizio del mio popolo' e ritira quei soldi è evidente che succede qualcosa di un pò complicato. Il vecchio mondo è finito, era un mondo molto controllato dall’America, molto organizzato sul petrolio, sui fondi sovrani, sugli investimenti più o meno lungimiranti fatti da molti sovrani, che manovrano enormi capitali e può essere che ci sia una catena di crisi politiche.
Dove andranno le altre rivolte? Cosa succede a quei regimi? Sta cambiando il mondo e mettere in conto che ci siano anche fatti di impatto finanziario è possibile, è doveroso per uno che ha il dovere di analizzare la realtà".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.