Caso Ruby La Carfagna difende il premier: «Ha pagato delle ragazze? Non ci credo»

Si schiera al fianco del premier, il ministro alle Pari opportunità Mara Carfagna. E non potendolo fare sul palco del Forum della famiglia a causa del forfait del Cavaliere, lo fa idealmente, difendendolo dal mare di fango sulle varie escort: «La veridicità delle dichiarazioni delle ragazze che parlano di pagamenti per prestazioni sessuali con il premier devono essere verificate», spiega. La Carfagna, che conosce la velenosità di certi presunti scoop per aver dovuto sopportare sulla sua pelle e la sua immagine mesi di presunte indiscrezioni, è cauta: «La magistratura fa il suo lavoro, ma qualcuno strumentalizza queste situazioni. Se io credo alle prestazioni a pagamento? No».
Il ministro si è poi detta «molto dispiaciuta» per l’assenza del Cavaliere (decisa in seguito alle polemiche degli scorsi giorni) all’inaugurazione della Conferenza nazionale per la famiglia che si è tenuta ieri a Milano: «Qualcuno gli ha chiesto di non venire e così ha impedito al presidente di raccontare quanto il governo ha fatto per le famiglie italiane e quanto ha in animo di fare ancora, come ad esempio il quoziente familiare». La Carfagna ha poi annunciato una nuova «battaglia laica per il Paese»: «L’occupazione femminile - ha spiegato - è un’opportunità: lo Stato ha il dovere di intervenire in questo campo, dove un miglioramento porterebbe un sensibile aumento del Pil».

Anche se tutti questi propositi, definiti «prioritari», hanno comunque bisogno di risorse, magari ottenibili «non appena le casse dello Stato potranno tirare una boccata d’ossigeno».
«È nostro dovere creare un clima favorevole e un sostegno a madri e padri - ha concluso il ministro Carfagna -: ogni cosa che facciamo per le famiglie, è utile a tutto il Paese».

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