
Nel panorama artistico italiano del secondo dopoguerra, contraddistinto da sperimentazione, rinascita culturale e fermento collettivo, i cataloghi generali hanno svolto un ruolo cruciale. Oltre a documentare le opere e gli eventi espositivi, queste pubblicazioni hanno garantito la memoria storica, la tutela legale e la valorizzazione critica degli artisti. Riflettori più che accesi dunque per la presentazione al Museo del Novecento del catalogo ragionato dell'opera pittorica di Mario Schifano, uno degli artisti internazionalmente più quotati e valorizzati del nostro dopoguerra.
Si tratta di un evento atteso da anni nella cultura italiana, in quanto quello edito da Skira è il primo catalogo generale riconosciuto ufficialmente dagli Eredi e dall'Archivio Schifano. Strutturato in due volumi per un totale di 928 pagine, il catalogo raccoglie oltre 1.600 immagini, di cui molte inedite, provenienti dai più importanti archivi Ugo Mulas, Franco Angeli, Elisabetta Catalano, Plinio De Martiss e altri -. Curato da Monica De Bei Schifano moglie dell'artista e presidente dell'Archivio e da Marco Meneguzzo, storico dell'arte riconosciuto di fama internazionale, il progetto è frutto di un lavoro di ricerca durato oltre quattordici anni.
Il catalogo non si limita a fotografare e inventariare le opere Monocromi, Esso e Coca Cola, Paesaggi anemici, Vero Amore, Oasi, Compagni Compagni : offre anche un approfondimento sulla vita pubblica e privata dell'artista, ritratto nella Roma degli anni Sessanta insieme a figure iconiche come Andy Warhol, i Rolling Stones, Frank O'Hara, Alberto Moravia e molti altri.
Le schede tecniche risultano analitiche, capaci di restituire dettagli esecutivi, contesto e significato culturale delle opere. L'evento offrirà riflessioni sul metodo archivistico adottato e sull'importanza del catalogo ragionato non solo come documento storico ma come arbitro dell'autenticità e del valore delle opere, potendo incidere significativamente anche sul mercato e sulla tutela legale. All'evento in Sala Fontana sono intervenuti Monica De Bei Schifano, Marco Meneguzzo e rappresentanti dell'Archivio Schifano e Skira.
Il caso Schifano, uno dei più affascinanti della recente storia dell'arte italiana, matura nel dopoguerra, quando l'attività espositiva esplode grazie a gallerie private (come La Tartaruga a Roma o del Milione a Milano) e centri pubblici, accompagnata dalla nascita di gruppi come Forma, Arte Concreta, Gruppo Origine e MAC. I cataloghi generali hanno documentato passo dopo passo queste iniziative, includendo schede tecniche, saggi critici e fotografie.
La produzione dei cataloghi per mostre individuali, collettive o di gruppo ha permesso di tracciare l'identità estetica di singoli artisti e movimenti. L'attività editoriale di case come Prearo (il primo catalogo generale su Piero Manzoni nel 1972) ha creato monografie ai tempi innovatrici, capaci di ancorare storicamente gli artisti, supportandone reputazione e studi futuri.
Cataloghi arricchiti da saggi critici, fotografie e profili biografici hanno reso le mostre intelligibili a un pubblico più vasto, alimentando il dibattito culturale. Il catalogo monografico e scientifico ha contribuito a una coscienza collettiva dell'arte contemporanea, consolidando una memoria diffusa e consapevole.