Paola Balsomini
Un buon avvio di campionato, il compito di caricarsi sulle spalle il peso dell'eredità lasciata da Francesco Antonioli. Poi, per Luca Castellazzi, è arrivato anche il momento delle critiche, dopo il gol rocambolesco subito a Cagliari, con la punizione di Conti che prima è rotolata sotto le gambe di Parola e poi è carambolata in rete.
Castellazzi, una rete da vedere e rivedere, per non commettere più lo stesso errore?
«Veramente l'ho rivista solo un paio di volte, non sono stato lì a guardare moviole su moviole, visto che sarebbe stato come infliggermi pugnalate».
Anche perché il tecnico Walter Novellino si è arrabbiato molto. La Sampdoria ha perso, ma quello è stato l'unico tiro di tutta la partita.
«E ha avuto ragione ad arrabbiarsi. Un portiere deve sempre coprire il suo primo palo e io non l'ho fatto. Dovevo stare a sinistra e invece non ero pronto, poi il pallone sarà anche passato sotto le gambe degli uomini in barriera, ma io ero fuori posizione».
Comunque il bilancio personale può essere considerato positivo.
«Non mi demoralizzo certo per un errore, del resto il compito di un portiere è questo e forse è anche un mestiere ingrato visto che quando sbagli prendi gol. A centrocampo e in attacco questo non succede e quindi devi sempre essere al massimo. Per questo non è un problema tornare a giocare dopo un errore, perché bisogna ricominciare senza pensare agli sbagli precedenti, altrimenti si finisce in un vortice senza fine. E poi sono comunque soddisfatto di quello che sto facendo con la Sampdoria, anche se sono un perfezionista e si può sempre fare meglio; diciamo però che il mio bilancio è positivo».
L'arrivo a Genova è stato piuttosto strano, visto che il Torino due anni fa ti acquistò a parametro zero dal Brescia, ma il club granata stava fallendo e dopo poche settimane arrivò la chiamata della Sampdoria.
«Sono felice di aver fatto questa scelta, anche perché la società con me si è dimostrata molto seria. Mi aveva chiesto di vestire la maglia blucerchiata e mi aveva detto che avrei fatto un anno di panchina ma che poi sarei diventato il titolare. Così è stato e non è che nel calcio di oggi venga sempre mantenuta la parola data. Invece si è verificato proprio quello che mi è stato detto, sono stato il vice di Antonioli e quest'anno sono partito subito titolare».
Lo scorso anno sono state poche le gare giocate dal primo minuto, a partire da quelle di Coppa Uefa, può aver pesato sul rendimento?
«Sicuramente non dal punto di vista fisico, visto che comunque nella mia carriera ho sempre giocato con continuità. Forse psicologicamente quest'anno l'approccio alla gara è diverso, c'è più tensione in settimana, scendi in campo con una preparazione diversa».
Dietro hai trovato un veterano, Gianluca Berti.
«È la nostra chioccia, un uomo che fa spogliatoio. C'è molta solidarietà tra di noi, anche se dopo il gol subito a Cagliari non mi ha detto niente, e in certi casi è meglio non parlare. Del resto lo so da solo di avere sbagliato».
La prossima sfida in Sicilia non è certo delle più facili per riscattare una prestazione come quella di Cagliari.
«Il Palermo sta facendo benissimo e fa parlare soprattutto la posizione di classifica in cui si trova. Comunque credo che riusciremo a giocarcela alla pari, visto che in fondo nessuna squadra ci ha mai messo sotto. È vero, a Cagliari abbiamo giocato male, ma anche loro hanno fatto soltanto un tiro in porta, di partite così se ne vedono tante. Contro avversarie anche più blasonate abbiamo fatto sempre bene, a cominciare dalla prestazione di San Siro con l'Inter a quella con il Milan. Tatticamente non siamo inferiori a nessuno, tocca solo a noi».
Intanto Novellino ha già in mente la squadra da schierare domenica alla Favorita: rientrerà Maggio sulla corsia di destra, mentre Zenoni sarà spostato a sinistra. Cambia anche il centrocampo, con l'inserimento di Bonanni dal primo minuto sulla fascia sinistra.
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