Solo matrimoni cristiani, nessuna unione civile e assolutamente vietate quelle fra coppie gay. Il castello di Mey, ultima residenza scozzese della Regina Madre, apre alle nozze, ma fino a un certo punto. «Così voleva la sovrana» sostengono gli amministratori della magione. «Si starà rivoltando nella tomba» replicano dalle associazioni dei diritti omosessuali, che hanno subito protestato. A farsi sentire è stato soprattutto il portavoce di Outrage, David Allison, che si è sfogato con i giornalisti del Telegraph: «È una cosa ridicola, la Regina Madre si è sempre circondata di omosessuali». In particolare William Tallon, assistente personale della Regina, che le rimase accanto fino alla fine. Ma gli amministratori sostengono che la sovrana volesse a tutti i costi così: favorevole ai matrimoni, cattolici o protestanti, purché cristiani.
Il dente delle associazioni gay è inviperito anche perché il presidente della fondazione che gestisce il castello è il principe Carlo. Il quale - hanno fatto notare - non avrebbe potuto sposarsi a Mey, visto che si è unito a Camilla Parker Bowles con un rito civile. Ma l'amministratore James Murray ha cercato di buttarla sui cavilli burocratici: il castello non sarebbe in possesso della licenza per celebrare le unioni civili, etero o gay che siano. Per i matrimoni religiosi, invece, nessun problema, perché preti e pastori hanno già la «licenza di matrimonio». Un suo collega ha poi spiegato che l'apertura del castello ai matrimoni è soltanto un progetto pilota, anche per rimpinguare un po' le casse, visto che l'affitto dei giardini costa 1.
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