Marta Bravi
Un nuovo bookshop, più competitivo perché adiacente alla biglietteria, una sala conferenze, un ristorante d’inverno, sotto una parete di vetro, e uno estivo con vista sul parco, una caffetteria nella torre, depositi dei sotterranei visitabili, nuovi orari. Ecco il castello declinato da Vittorio Sgarbi, così come se l’è immaginato ieri durante il sopralluogo. Dopo aver ammirato i resti delle mura viscontee e parti di edifici del ’300 appena emerse dagli scavi, l’assessore ha visitato le aree del castello interessate dal progetto di restauro dell’architetto De Lucchi, su cui non ha potuto «non dire la sua». Per un paio d’ore il critico d’arte ha indossato i panni del castellano «spostando e muovendo» collezioni, bar, orari.
A cominciare dalla raccolta Bertarelli, oltre un milione di stampe e disegni e oltre 300mila fotografie (nell’ala subito a sinistra adiacente all’ingresso) che potrebbe «espandersi» negli spazi dell’ala che corre a sinistra, oltre il torrione. Nella sala delll’ex ospedale spagnolo, nella medesima ala, il progetto prevedeva una caffetteria. Secondo Sgarbi, invece, sarebbe molto meglio adibirla a sala conferenze. «Nel torrione del Beltrami si trovano delle cisterne in cemento armato dei primi del ’900: si potrebbe aprire un varco e permettere la visita. Nessuno ha mai visto questi serbatoi - sottolinea l’assessore - che sono reperti di archeologia industriale. Non è finita - continua entusiasta - si potrebbero allestire delle mostre, lo spazio è meraviglioso».
E la caffetteria, abolita? «No, penso sarebbe meglio collocarla in uno spazio panoramico». Ecco allora che il progetto viene ridisegnato nella mente del critico d’arte: «Su, in cima alle merlate, quello è il luogo ideale per ristoranti e bar». Sgarbi si è impersonificato nel signore del castello e ragiona su scala monumentale: non uno, ma due ristoranti in cima ai merli. «La torre Falconiera, che si affaccia sulla corte Ducale, è perfetta per la caffetteria, c’è un bellissimo soffitto con travi a vista. Per accedervi un nuovo ascensore. Dalla torre - continua il critico - si dipanano i camminatoi lungo i merli, a destra e a sinistra. Nel lato più stretto si potrebbe sistemare un piccolo ristorante d’inverno, con pareti vetrate. Dal lato opposto, invece, lo spazio è naturalmente più largo: lì è perfetto per un ristorante all’aperto, da usare d’estate. Sotto, il parco sopra le stelle». L’eclettico Sgarbi ha pensato anche all’ambientazione: «Il ristorante - immagina - diffonderà solo musica classica da Frescobaldi a Berliotz».
Ecco allora che torna un tema caro al nottambulo assessore: «Bisogna ripensare anche gli orari di apertura del museo - commenta - ritardando l’apertura dalle 9 alle 11- 11,30. Mi sono informato: nessuno visita il castello alle 9, ritardando l’apertura, invece, si potrebbe far slittare la chiusura alle 19,30-20. Apertura straordinaria nei giorni in cui è aperto il ristorante, fino alle 23 o 24». Apertura notturna che «fa il paio» con il nuovo orario del Cenacolo, dalle 20 alle 24 e della Triennale già aperta per l’estate fino allo scoccare della mezzanotte. Nottambuli e inguaribili romantici presto avranno un luogo dove poter cenare sotto le stelle dopo aver visto la Pietà Rondanini o una delle ricche raccolte civiche.
Per chi fosse appassionato di castelli ecco un’altra chicca: i depositi della scultura, cui si accede dal cortile della Rocchetta, diventeranno visitabili.
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