Dopo la catastrofe l’umanità rinasce grazie alla cultura

Manuel De Pedrolo, in Italia, è un illustre sconosciuto. Invece nel suo Paese, la Catalogna, è una leggenda da un milione di copie vendute con il romanzo di fantascienza Seconda origine (appena edito in Italia per Atmosphere, pagg. 162, euro 15, traduzione di Patrizio Rigobon). Uscito per la prima volta nel 1974, quando scrivere in catalano nella Spagna franchista non era un buon biglietto da visita, nel corso degli anni ha avuto 45 edizioni, e dopo la fine del regime è entrato a far parte dei testi scolastici. Oggi in Catalogna quasi ogni famiglia ne ha in casa una copia. Dal romanzo, inoltre, sono stati tratti una serie televisiva e un film in 3D diretto da Bigas Luna che uscirà quest’anno.
La storia è semplicissima. I dischi volanti, guidati da una razza aliena a metà strada tra l’umano e il porcino, cancellano l’umanità con un colpo di spugna. Si salvano una adolescente bianca di 14 anni, Alba, e un bambino nero di 9, Dídac. A questo punto, gli elementi di fantascienza di serie C per fortuna svaniscono quasi interamente, e al lettore resta un appassionante romanzo sulle peripezie dei superstiti. I quali proprio isolati del tutto non sono: ma i pochi uomini che ancora s’aggirano per il pianeta sono impazziti o retrocessi a uno stato quasi ferino.
Alba e Dídac sentono di avere una missione. Non solo ripopolare il pianeta, compito a cui si dedicheranno con una certa precocità. Ma anche rifondare la civiltà salvando la cultura umanistica e quella tecnologica. Nelle macerie di Barcellona, i ragazzini trasformano un garage in una biblioteca che un giorno insegnerà all’umanità rinata come stare al mondo senza incappare nei soliti errori. Quali siano lo si capisce da una serie di rapidi accenni alla dittatura, alla persecuzione dei dissidenti, alla repressione delle autonomie. Ma l’aspetto politico, pur presente, è in secondo piano rispetto alla fiaba apocalittica di Alba e Dídac, destinati a diventare i nuovi Adamo ed Eva. Sembrerebbe tutto bello, positivo e ottimista, nonostante la premessa catastrofica, ovvero lo sterminio di gran parte degli esseri viventi.

Le ultime pagine però riservano uno sberleffo sorprendente che corregge (leggermente) il tiro.
Manuel De Pedrolo (1918-90) fu scrittore quanto mai prolifico, oltre che valente traduttore. Speriamo che dopo Seconda origine seguano altri titoli in italiano.

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