Catturata la banda che ha ripulito Sesto

Da quando sono arrivati, appositamente, dal Sud America, i furti in appartamento a Cinisello Balsamo sono triplicati nel giro di un anno: da poco più di trenta nel gennaio 2010 agli oltre 90 del primo mese di questo 2011. Una vera ecatombe per statistiche e forze dell’ordine. La tecnica messa in atto da quattro cileni garantiva ricchi bottini e rari insuccessi. I colpi, 4-5 al giorno tanto per stare sui grandi numeri, venivano messi a segno in abitazioni al primo e all’ultimo piano di stabili qualunque tra Milano e provincia, ma anche a Bergamo e a Seriate. E, se non basta, in Francia, come dimostrano le indagini e i visti d’ingresso di due della banda. Così, quando mercoledì mattina gli investigatori del commissariato di Cinisello Balsamo, guidati dal vice questore aggiunto Marco De Nunzio, hanno catturato questi topi d’appartamento-stakanovisti, sono stati in molti a tirare un bel sospiro di sollievo.
I poliziotti hanno sorpreso i malviventi a Cinisello, in via San Carlo 2, mentre fuggivano dopo l’ennesimo colpo. In due, alla vista della polizia, hanno abbandonato a terra due grossi cacciavite e un borsone contenente orologi e oggetti di valore. Altri due complici sono stati bloccati, anche con l’aiuto dei residenti, nel tentativo di nascondersi in un caseggiato nelle vicinanze.
I quattro cileni hanno 20, 33, 36 e 44 anni. Perquisite le loro abitazioni a Milano - in quattro appartamenti diversi tra viale Monza e la zona Mecenate dove, grazie alla complicità di alcuni connazionali, avevano subaffitato delle stanze - i poliziotti hanno trovato altri orologi, macchine fotografiche, computer e gioielli per un valore complessivo di migliaia di euro e che erano stati rubati in appartamenti di via Padova e Sesto San Giovanni.
Curiosità: dei quattro, il 20enne e il 36enne erano già finiti in cella venerdì 4 febbraio a Bergamo dove avevano messo a segno altri furti in appartamento. Purtroppo vennero scarcerati tre giorni dopo con obbligo di dimora e loro, com’era prevedibile, tornarono a Milano per riprendere a fare i ladri in abitazione.
«Quando rubavano in appartamenti al primo piano, forzavano le tapparelle bloccandole con delle mollette in legno. Infatti gliene abbiamo trovate addosso parecchie - spiega De Nunzio - .

All’ultimo piano, invece, mettevano i mobili davanti alla porta d’ingresso e bloccavano gli spioncini delle altre abitazioni sul pianerottolo per poter agire indisturbati. Mercoledì a chiamarci in via San Carlo è stata proprio una residente a cui avevano oscurato lo spioncino».

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