Niente ticket di ingresso alla ztl del centro storico, né tantomeno pedaggi sul Grande raccordo anulare. Disco verde, invece, alla possibilità di istituire, a Roma, come già avviene in diversi paesi europei, un contributo di soggiorno per ogni notte di pernottamento dei turisti. Un contributo che, secondo uno studio compiuto due anni fa dal Campidoglio, potrebbe essere di un euro per ogni stella degli alberghi in cui si pernotta. Esenzione totale, invece, per il cosiddetto «turismo sociale»: dagli ostelli della gioventù ai soggiorni per gli anziani.
Per il momento sono solo ipotesi, perché, ha assicurato lassessore comunale al Bilancio, Causi, prima di tutto serve una norma che dia questa facoltà ai Comuni e poi, prima di mettere a punto qualsiasi delibera, le modalità saranno concertate con le categorie interessate.
«Chiediamo al governo - spiega Causi - di prevedere nella Finanziaria una norma che dia la facoltà ai Comuni di istituire un contributo di soggiorno per i turisti. Non un obbligo. Sarà ogni Comune a stabilire se vuole usufruire del contributo, con quali modalità e a cosa destinare i proventi. Sarebbe un contributo di scopo da utilizzare per la manutenzione e lammodernamento dei luoghi di attrazione turistica». Secondo lassessore, a Roma, i proventi, stimati nello studio fatto nellambito del Dpef di 2 anni fa in oltre 30 milioni di euro lanno, potrebbero essere destinati «agli interventi di conservazione, pulizia e decoro urbano del centro». Contributo di soggiorno per i turisti che - ricorda lassessore - è già in vigore in Francia, Germania e Spagna e non sarebbe più come quello che a Roma esisteva quasi 20 anni fa.
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