Gran fermento culturale: improvvisamente il falso cavallo di Leonardo da Vinci si propone venga collocato nella piazzetta Reale. Inchieste, petizioni, sondaggi per portare nel centro di Milano l'opera della scultrice Nina Akamu, nata da una gigantesca scultura in argilla, e i cui sette pezzi in bronzo ricavati dai calchi che la componevano, arrivarono a Milano dieci anni fa per essere saldati tra loro. Così è un falso di Leonardo il cavallo che sta ora a San Siro, perché il grande genio, dopo aver abbandonato per anni il progetto originale di un cavallo rampante, non riuscì mai più a trovare le cento tonnellate di bronzo per la realizzazione del monumento. Ed è curioso il fatto che del cavallo ve ne è uno gemello negli Stati Uniti, in un parco del Michigan dove sono raccolte all'aperto copie delle statue moderne più celebri.
Infatti l'americano Frederik Meijer, proprietario di supermercati, si decise a finanziare il progetto di ripresa del monumento a patto che di cavalli se ne facessero due, uno per Milano e uno per lui.
Due anni fa si cominciarono a sbandierare decisioni ufficiali per portare via da San Siro la scultura, prima con destinazione piazza Duca d'Aosta, alla Stazione Centrale, poi a lato del Castello Sforzesco. Nulla fu fatto né si farà. O meglio sarebbe bene non fare. Prima di tutto perché questo falso ha ben poco a che fare con quello ideato da Leonardo, di ben altre proporzioni e suggestioni, poi perché nella piazzetta Reale non vivrebbe certo bene. Si tratta di un monumento tozzo, falsamente imponente, che nel contesto della piazza renderebbe tutto ancora più triste e desolante di quanto essa non sia.
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