Milano - È andato ripetendo per un anno e mezzo il centrosinistra che era tutta colpa della legge elettorale, se il governo Prodi al Senato poteva contare su una faticosissima maggioranza di soli due senatori. E sia. Solo che adesso c’è un sondaggio, firmato dall’Osservatorio Ispo e pubblicato ieri dal Corriere della Sera, secondo il quale in caso di elezioni anticipate la Casa delle libertà otterrebbe «un margine così consistente» da «disporre di una maggioranza adeguata in entrambi i rami del Parlamento, anche al Senato». L’analisi assegna una prevalenza netta al centrodestra: il distacco varia dai 10 ai 15 punti. Nel complesso, la Cdl otterrebbe attorno al 56%, il centrosinistra si posizionerebbe tra il 43 e il 44%.
Spiega il professor Roberto D’Alimonte dell’Università di Firenze che il vantaggio a Palazzo Madama della Cdl oscillerebbe tra 35 e (caso meno probabile) 11 seggi. Là dove secondo l’Ipsos la forbice sarebbe davvero ampia: 42,4 al centrosinistra e 57,6 al centrodestra. Insomma, scrive il quotidiano di via Solferino: «La governabilità sembrerebbe assicurata, anche se, certo, le forze minori presenti nel centrodestra giocherebbero ancora un ruolo rilevante e condizionante». Proiezioni che richiedono prudenza, certo, visto che pesano almeno due incognite. L’alto numero di indecisi e di potenziali astenuti: un elettore su quattro ha affermato di non sapere ancora che cosa votare. E «l’effetto Pd/Veltroni sul centrosinistra».
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