
Bellano se ne sta abbarbicata sul lato meno glamour di «Como Lake»: siamo infatti in provincia di Lecco, in un luogo che fu di fabbriche e di gente abituata a lavorare sodo. Oggi ha 3300 abitanti e molto da vedere. Qui si è scelto un modo diverso di valorizzare il territorio, che di monumenti storici e naturalistici non difetta: dall'Orrido di Bellano, una gola naturale visitata da 300mila persone l'anno, alla splendida chiesa romanico-gotico dei Santi Nazaro e Celso. Bellano, però, è soprattutto «casa dei Vitali», un paese di artisti.
È qui che Giancarlo (1929-2018) ha concepito la sua pittura così lombarda, densa e materica, eppur così universale. Ed è qui che da oggi apre il museo che porta il suo nome, in quel Palazzo Lorla abitato alla fine dell'Ottocento da un eccentrico appassionato di botanica e uccelli. Ancora oggi, ci racconta Sara, che di Giancarlo è figlia, le rondini si riparano a centinaia sotto le tegole del palazzo. Qui, in questo luogo infarcito di storia antica e recente (è stato poi il Circolo dei Lavoratori), ArchiviVitali ETS, con il sostegno della Fondazione Cariplo e di tanti donatori privati, ha creato una sede espositiva.
Della riprogettazione si è occupato Vitali Studio (sono i due nipoti di Giancarlo: un circolo virtuoso che è quanto di più lontano dal familismo cui siamo abituati): le loro soluzioni ardite - le pareti della prima sala bianche e nere, a righe, le zone di passaggio arancioni, la sala finale «azzurro lago» e quella centrale concepita come un enorme tavolo rotondo con leggii sono accurate.
Ci avvisano subito che siamo in un luogo speciale, uno spazio che Velasco Vitali, artista e figlio di Giancarlo, da lungo sognava, almeno dalla personale dedicata al padre a Palazzo Reale di Milano, nel 2017. «Giancarlo (lo chiama sempre così, non papà, ndr) è stato portatore di un valore: il suo essere stato laterale a tutto e fuori dalle mischie fa sì che possa essere riscoperto di continuo».
Il Museo Giancarlo Vitali accoglie un centinaio di sue opere realizzate tra gli anni Quaranta e il primo decennio del nuovo secolo: ritratti intimi e toccanti, nature morte, scene di vita popolare, e due serie notevoli, sui girasoli e sui corpi squartati di animali. In ogni volto, in ogni dettaglio e centimetro di pittura troviamo lo spirito di Bellano che Vitali ha portato fuori da ogni tempo e da ogni spazio: non stupisce che Giovanni Testori, negli anni Ottanta, si sia innamorato della sua arte, contribuendo a decretarne il successo.
«Vitali raccontava il qui ed ora ma era proiettato verso l'assoluto», commenta Chiara Gatti, neodirettrice del museo insieme a Velasco Vitali.
Ogni anno una mostra temporanea metterà in dialogo l'opera del maestro di Bellano con quella di altri artisti, con l'obiettivo di creare un centro culturale vitale e non solo «di Vitali». A Gatti anche il compito di dirigere il BAC Bellano Arte Cultura per valorizzare un borgo ancora così vivo e così vero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.