Cento euro per mille metri quadri: così Tursi trova casa ai no global

(...) Giusto per rinfrescare la memoria. Era il 25 novembre scorso quando gli assessori Ranieri e pastorino battezzavano in pompa magna la neonata «Associazione per la promozione degli spazi sociali», presieduta da don Andrea Gallo. Con tanto di protocollo d’intesa con la giunta per dare piena legittimità e rappresentanza ai centri sociali che da ora in poi avrebbero goduto di un regolare contratto d’affitto per formalizzare la loro presenza negli edifici di proprietà comunale e per i quali sarebbero state trovate nuove sedi, sempre dell’amministrazione pubblica. Inutile dire il plauso degli antagonisti, ovviamente, e il gran vanto degli amministratori: «Siamo la prima città in Italia ad averlo fatto».
Era il 25 novembre, ricordiamolo. Passano dieci giorni, compresi i festivi, e il 6 dicembre ecco che Tursi - direzione patrimonio demanio e sport, settore amministrativo e demanio, assegnazione e gestione patrimonio non abitativo - assegna all’associazione di don Gallo «gli spazi di proprietà comunale in via Bartolomeo Bianchi della superficie di 400 mq circa, oltre piazzale della superficie di 590 mq, destinati al centro giovanile Terra di Nessuno, per essere adibiti esclusivamente a sede di attività con finalità sociali conformi allo statuto dell’associazione. Le parti danno atto che attualmente l’edificio è sprovvisto di impianto elettrico e che il Comune eseguirà l’impianto a norma e regolarmente certificato entro la data del 31/1/2012». Anche qui, tempi ultrasvizzeri, scandinavi quasi.
Segue articolo 2. «La concessione comincia il 1 dicembre 2011 ed andrà a scadere il 31.12.2016». Ma è l’articolo 3 che va letto, riletto e riletto ancora per essere certi di non essersi dimenticati qualche cifra. «Il canone annuo fissato in 1.200 euro da rivalutarsi annualmente su base Istat, sarà corrisposto a rate mensili....». Quindi, rimettendo insieme i numeri: 990 metri quadrati di superficie tra interno ed esterno, 1.200 euro annuali di canone, impianto della luce gratis, il tutto per 100 euro di affitto al mese. Per i centri sociali. Perché per loro, la giunta ha previsto una percentuale di abbattimento del canone pari al 90 per cento. Perché così vuole il regolamento in favore «di enti e associazioni che svolgono attività di interesse collettivo». Ma non è mica finita qui. Ancora articolo 3. «Potranno essere valutati, ai fini dello scomputo dai canoni, eventuali lavori di miglioria apportati nei locali, dietro presentazione di regolare documentazione e verifica da parte dei competenti uffici tecnici comunali, della loro congruità».
Quindi: impianto luce gratis, 990 metri quadrati a disposizione, 100 euro al mese che però, nel caso in cui risultasse cifra troppo esosa, si può sempre abbassare inventandosi qualche lavoretto che il Comune - ovvero i cittadini di Genova, tutti - saranno ben felici di pagare. Per inciso, nell’articolo 5, spese ed oneri a carico del concessionario, viene specificato che il completamente dei servizi igienici e l’impermeabililzzazione del primo piano, potranno essere scomputati dal canone. Ça va sans dire.
«È una presa in giro per le altre associazioni normali, meritorie che chiedono qualcosa - sbotta Balleari -, una vera discriminazione verso tutte quelle associazioni che pagano l’affitto e che svolgono un servizio d’assistenza sociale al posto del Comune che dice di non avere i soldi per farla». La detrazione del 90% del canone d’affitto poi è stata decisa dalla giunta, senza nemmeno passare dalla commissione apposita. «In caso di danni, il Comune si può rivalere su un deposito cauzionale di 300 euro. Ma facciamo prima a dire, gli regaliamo tutto noi. O no?». Giura il vicepresidente del consiglio comunale che mai più si sarebbe immaginato che il canone davvero potesse arrivare a 1.200 euro l’anno. «Quando l’ho visto non ci credevo, pensavo avessero sbagliato, che mancasse uno zero. E tutti i cretini che pagano l’affitto allora? Così passa il messaggio che chi non occupa, è un idiota». L’edificio in via Bianco è al Lagaccio, nel quartiere dove dovrebbe sorgere la Moschea. «È questione di tempo, ma verrà fatta. È una zona difficile, quel palazzo sarebbe stato difficile da vendere. Ma così, tra centri sociali e moschea, stanno creando un danno a tutta la zona». Già la prima vendita del Buridda è andata vuota e si son persi dei soldi, tanto più che ora il prezzo dovrà essere abbassato e il Comune ci ha perso. Ora si aggiunge pure la storia di Terra di nessuno.
Chiaro secondo Balleari, che la legalizzazione dei centri sociali, è stata una mossa elettorale. «Son tutti ragazzi over 18, ci saranno i grilli, certo. Ma gli altri non votano sicuramente Pdl. Per di più hanno fatto le pratiche a tamburo battente».

Ma la cosa che più la fa arrabbiare è che in un momento così, con la crisi che c’è, con il destino di Fincantieri appesa a un filo, «abbiano trovato la voglia e il tempo di pensare alla casa per i centri sociali. È vergognoso, non ci sono altre parole. Speriamo che la gente lo capisca...». Giusto, speriamo.

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