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Centomila euro per dire che i treni sono sporchi

Centomila euro per dire che i treni sono sporchi

Centomila euro in meno per il trasporto pubblico locale. Centomila euro in meno per i treni regionali. Soldi che andranno a un «soggetto terzo», cioè a una società non ancora identificata, che dovrà dire se le carrozze sono pulite o no. «E bisogna dare centomila euro a qualcuno per saperlo? - salta su Matteo Marcenaro, consigliere regionale Udc -. Come se la Regione ne desse già tanti soldi per migliorare il trasporto locale». Il caso esplode in IV^ commissione, Sviluppo produttivo e trasporti. E anche la maggioranza arriccia il naso. L’assessore al Bilancio G.B.Pittaluga si presenta con una serie di proposte, di tagli da fare perché le nuove tasse non bastano, il balzello sulla benzina non garantisce le entrate previste perché i liguri comprano più macchine diesel. Parla di 250mila euro da limare proprio sul contratto di servizio con Trenitalia per il trasporto locale. È troppo anche per l’Ulivista Ezio Chiesa, che chiede spiegazioni. Il centrosinistra è in imbarazzo. Anche il presidente di commissione Giacomo Conti (Rifondazione) non la trova una grande idea. «E infatti Pittaluga ha ritirato l’emendamento - puntalizza Conti -. La giunta dovrà ripresentarlo in commissione bilancio dopo averlo rivisto».
Ma la storia dei 100mila euro per la società che certifica le pulizie va avanti. Quei soldi verranno effettivamente «girati». Non andranno più a Trenitalia per far funzionare bene il trasporto locale, ma a una società di servizi. «Certo, tra le carenze dei nostri treni c’è anche la pulizia, ma per verificarlo non sono richieste grandi capacità, basta ricordare anche le invasioni di parassiti - attacca Marcenaro, insieme al collega Nicola Abbundo -. Sarebbe meglio se Trenitalia destinasse maggiori risorse alla manutenzione e alla pulizia dei mezzi anziché richiedere alla Regione di avere una certificazione da parte di un soggetto terzo». L’ingegner Carlo Maggi, direttore del dipartimento infrastrutture della Regione, puntualizza che «non si tratta di un taglio, ma di un percorso concordato con Trenitalia per la revisione del contratto. Una società super partes verificherà, nell’interesse sia di Trenitalia, sia della Regione, la qualità del servizio, con strumenti, tecniche e conoscenze che vanno oltre gli inconvenienti facilmente riscontrabili. I controlli di un funzionario della Regione e di uno di Trenitalia continueranno. Le osservazioni mi hanno un po’ stupito». Marcenaro però non ci sta. «Le spiegazioni sulla necessità di un operatore dotato degli strumenti adeguati (es. opacimetri e altro) non ci convincono - insiste -.

Come gruppo presenteremo un emendamento per vedere ripristinate le dotazioni da destinare al trasporto pubblico. Se proprio volessero questa società terza, che sia almeno Trenitalia a pagarla, per dimostrare di aver rispettato gli standard richiesti, oppure che la Regione usi per questo fondi destinati alle consulenze».

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