Una delle settanta stazioni di rilevamento dei pollini si trova da 3 anni sul tetto del padiglione Alfieri, dipartimento di medicina preventiva del Policlinico. È in via Francesco Sforza ed è lunica fissa in città. È una sorta di rullo in movimento in grado di raccogliere, con laiuto di una pompa, i pollini che circolano in una settimana. «I pollini vengono compattati su una pellicola che, alla fine dei sette giorni, dividiamo in altrettante parti - ha spiegato Mario Previdi -. Così ritroviamo le concentrazioni giorno per giorno».
Collegandosi al sito del Policlinico (www.policlinico.mi.it) si può consultare il bollettino dei pollini, che è aggiornato settimanalmente e sapere così qual è il polline più diffuso. Ciascun polline ha a fianco un colore del semaforo, rosso per le concentrazioni superiori a 50 pollini al metro cubo - picco raggiunto dalle graminacee dal 29 maggio al 4 giugno - giallo per le concentrazioni comprese fra 11 e 49 al metro cubo, verde per quelle inferiori a 10.
«Dallanno scorso abbiamo iniziato a fare campionature locali usando alcuni apparecchi mobili nei quattro punti cardinali della città - ha aggiunto Previdi -. Laspetto più sconcertante è stato accorgersi che da una zona allaltra esistono differenze enormi (naturalmente al momento della rilevazione): si è passati da aree infestate da 1.700 pollini al metro cubo ad altre dove ce nerano soltanto 10. Questo è un dato estremamente interessante che stiamo studiando. È utile per lamministrazione, per capire dove creare residenze, dove fare interventi, per gli effetti sanitari e di prevenzione».
E la centralina fissa che cosa ha permesso di capire in questi tre anni? «Un lento ma costante anticipo della stagione dei pollini, questanno le betulle son fiorite prima, agli inizi di marzo. Contemporaneamente in ospedale abbiamo registrato un aumento degli allergici alle betullacee».
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