Centri commerciali, un’altra ondata

Roma sempre più simile alle metropoli americane, paradisi dello shopping e dell’intrattenimento. In arrivo, nei prossimi mesi, nove mega centri commerciali che sorgeranno in diverse zone della capitale, per un totale di oltre 147mila metri quadri. Cittadelle su misura per i seguaci della grande distribuzione, a caccia di sconti e promozioni tutto l’anno. Ma ad attrarre clienti non saranno solo i negozi. A rendere l’offerta più appetibile anche molti luoghi di svago, per trasformare l’acquisto in una pausa relax, o di puro divertimento. E ce n’è davvero per tutti i gusti: dal multisala con dolby surround e maxi-schermo alle atmosfere zen della beauty-farm. Le buone forchette, poi, avranno di che sbizzarrirsi tra fast-food, etnico, novelle cuisine, per uno spuntino veloce, o il brunch domenicale. Ma anche le pause fuori orario saranno le benvenute, specie se associate a qualche sana ora di shopping che, pare, diventerà lo sport preferito dai romani.
Primo ad aprire i battenti, a marzo, il nuovo colosso della catena Panorama, che sorgerà a Lunghezza, vicino al tratto autostradale Roma-l’Aquila. Sessantamila metri quadri nelle campagne a est della capitale, con 61 punti vendita e 180 negozi. In estate dovrebbe inaugurare, invece, il cantiere della Bufalotta, all’altezza di via Baccini, con oltre 190 negozi, cinema, piscina e palestre. E un altro polo strategico è in corso d’opera sulla via Cristoforo Colombo, in zona Castellaccio, per un totale di circa 38mila metri quadri. Nuova mecca della distribuzione alimentare sarà, invece, via Prenestina, con tre grandi strutture realizzate dall’Immobiliare Agricola. Anche Casal del Marmo avrà il suo tempio del cibo, 5mila metri quadri messi su da Villa Immobiliare ’89 spa.
Dunque, una Roma a tutto shopping, destinata a cambiare volto e stile di vita. Allarmato dalla proliferazione dei mega-store e sensibile alle istanze dei piccoli commercianti, l’assessore regionale alla Piccola e media impresa, commercio e artigianato Francesco de Angelis sta già lavorando a un nuovo documento programmatico, per garantire l’equilibrio di mercato. Tra i problemi più urgenti, il riordino e la diminuzione delle deroghe alla concentrazione dei grandi centricommerciali sul territorio. Si prevede, infatti, che tutte le nuove aperture dovranno rientrare negli indici di affollamento fissati dalla regione. Sulle medie strutture decideranno, invece, i comuni, senza alcun passaggio amministrativo presso gli uffici regionali. Altra condizione necessaria sarà anche l’adeguata dotazione di parcheggi. Ma, nonostante gli sforzi normativi, le associazioni dei consumatori si dicono perplesse. «Gli spazi commerciali - è la proposta di Stefano Caporici (Assotrademark-Confcommercio) - andrebbero pilotati. La soluzione è nel fare finalmente un piano regolatore del commercio. Perché, se è vero che lo sviluppo passa attraverso la grande distribuzione, servono regole, devono esserci prezzi di locazione commerciale adeguati alle dimensioni dell’azienda e contratti di lavoro flessibili, legati alle modalità di apertura dei grandi centri».

Una linea condivisa da Cesare Tirabasso (Confesercenti), che sostiene: «Alla crescita esponenziale della grande distribuzione corrisponde a Roma una diminuzione dei negozi al dettaglio che, negli ultimi due anni, è stata di cinquemila unità». Per ora, l’unico entusiasta, è l’assessore capitolino al Commercio, Gaetano Rizzo, perché, sostiene, «oltre all’occupazione, aumenteranno i servizi ai cittadini».

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