di Alberto Giannoni
I drammi di questi giorni «turbano fino a toglierci il fiato» ammette il cardinale Angelo Scola. E avverte che si può reagire passando «da spettatori ad attori responsabili». Inevitabile che ai centri islamici sia richiesto uno sforzo particolare: possono fare la differenza, spiegano gli esperti. E una sinistra responsabile deve incoraggiare questo sforzo senza incertezze. Come fa Stefano Boeri, pd estraneo all'apparato del partito: «Credo - ha scritto - che sia arrivato il momento di chiedere a tutti i nostri amici cittadini europei di fede islamica di prendere una posizione; di aiutarci a denunciare, smascherare, prevenire ogni gesto di follia omicida». Maryan Ismail, ex (non a caso) pd, vicina (non a caso) a Boeri, individua nell'«islam politico» il tema. E la consigliera comunale Pd Sumaya Abdel Qader sembra intenzionata a fare gesti significativi: «Il terrorismo che subiamo tutti - ha scritto - è operato da criminali musulmani che per motivi politici o economici e per tradimento del messaggio dell'Islam cercano di cambiare l'ordine geopolitico e economico mondiale». Un passo chiaro in un percorso istituzionale da seguire.
Nelle ore più drammatiche della Turchia, intanto, è riemerso il riflesso che anche a Milano porta a confondere politica e fede. Qualcuno nei vertici della comunità islamica ha invocato la divinità per salutare con soddisfazione l'esito della crisi. Certo è difficile parteggiare per i carri armati in strada, ma l'«ordine» ristabilito non ha neanche l'aspetto dello stato di diritto, come avverte Ismail. Serve chiarezza.
L'ex vicesindaco Riccardo De Corato ricorda sempre che fu Abu Imad, imam condannato, a condurre la preghiera in Duomo dopo il corteo «pro Palestina». E senza chiarezza e coraggio non si scioglierà neanche il nodo moschea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.