I commenti dei leoncavallini sullautogol del centrosinistra - quella norma che rende obbligatoria lautorizzazione comunale per aprire un centro sociale, fatta propria dal centrodestra - be è impossibile pubblicarli nudi e crudi. Depurati da improperi contro i loro supporter è però possibile sintetizzare il concetto: «Qui siamo e qui restiamo». Ovvero, «lestensione dei vincoli urbanistici anche ai centri sociali testimonia lottusa volontà del centrodestra di impedire nelle città la costruzione di spazi per luoghi di sperimentazione e di progetto».
Valutazione accompagnata da quellinterrogazione al ministro degli Interni, firmata da esponenti milanesi di Rifondazione comunista e Ds, affinché «attivi la prefettura di Milano per monitorare e per facilitare un esito positivo» della trattativa anti-sgombero che gli autonomi hanno in corso. Soluzione positiva, chiosano gli occupanti di via Watteau, per proseguire «alle tradizionali attività rivolte allaggregazione e alla cultura underground e giovanile quelle altre funzioni di servizio rivolte allimmigrazione e a soggetti deboli che costituiscono oggi una consolidata e riconosciuta esperienza». Nota che tradotta in soldoni vuol dire: qui, al Leonka, e negli altri centri sociali di Milano offriamo «assistenza anche agli anziani e ai diseredati» ovvero «suppliamo alle politiche del welfare ferme allanno zero». Autodifesa di chi preferisce non sfogliare il curriculum vitae del Leonka e degli altri fortini dellantagonismo.
«Centri sociali col permesso? Noi non ci muoviamo»
Il Leoncavallo contro la legge urbanistica della Regione che impone lautorizzazione
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