È il centro la zona più torrida di Milano

L’Osservatorio meteo: «Temperature più alte nell’area della cerchia interna della città per l’elevato livello di urbanizzazione»

Come fosse una bolla, rovente. Quasi una «cupola» che si sposta, altera le temperature, crea microclimi, produce un effetto serra su scala ridotta. È l’«isola di calore», fenomeno tipico delle aree metropolitane. Si verifica in assenza di vento e pioggia, e in condizioni climatiche che si mantengono stabili per diversi giorni. In pratica, la bolla che in queste ore soffoca Milano.
«L’isola di calore - spiega il professor Sergio Borghi, direttore dell’osservatorio meteorologico di Milano-Duomo - dipende da diversi fattori, dalla esaltata capacità termica del suolo per effetto degli asfalti, alla presenza delle costruzioni, dalla riduzione delle superfici evaporanti naturali, ai diversi scambi di calore dovuti all'orientamento delle strade in rapporto alla direzione e velocità del vento».
Dunque, traffico, alta densità di sorgenti di calore, presenza di asfalto e cemento. Così, sul territorio, si creano zone con temperature mediamente più elevate rispetto ad altre. Questa la mappa dei luoghi più torridi di Milano, fuori e dentro la metropoli.
Fuori. L’«isola», in genere, sta a nord, lungo la corona di comuni che circonda Milano: Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Paderno Dugnano, Bollate. Alta densità urbana, clima rovente.
La situazione migliora gradualmente spostandosi a est e a ovest, dove l’abitato è meno fitto, e infine a sud: là il confine milanese si affaccia immediatamente sul fresco di risaie e campagne, su uno spicchio di verde compreso tra l’autostrada A7 e la statale numero 9. Refrigerio, temperature che si abbassano fino a picchi di 9-10 gradi di differenza rispetto alla cintura settentrionale.
Dentro, la bolla di calore si distribuisce secondo anelli concentrici. «Abbiamo suddiviso Milano in tre aree - precisa Borghi -, caratterizzate da sensibili variazioni di temperatura».
Il primo anello comprende il centro della città, quello della cerchia interna: via Pontaccio, Visconti di Modrone, Molino delle Armi, Carducci. «È l’area in cui storicamente si registrano le temperature più alte, per l’elevato livello di urbanizzazione», prosegue il direttore dell’osservatorio meteorologico.
Il secondo, poi, corrisponde all’anello intermedio della circonvallazione: viale Majno, Regina Margherita, Beatrice d’Este, Papiniano. «Qui più che altrove l’isola di calore è soggetta a variabilità, legata ai fattori di ventilazione». Dove la densità urbana è media, maggiore influenza hanno gli agenti atmosferici.
Infine il terzo, quello della circonvallazione esterna: viale Tibaldi, Misurata, Jenner, Brianza, Abruzzi, Toscana. Di lì, verso la periferia, cala la concentrazione di edifici e con quella le temperature.
«Secondo un recente studio - conclude il professor Borghi - esistono differenze di temperature sensibili passando da una zona all’altra».

E se nella maggior parte dei casi, queste alterazioni climatiche arrivano fino a un massimo di tre gradi centigradi, succede anche che si registrino variazioni che superano i cinque gradi. Vista la situazione, la rivincita della periferia.

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