Il centrodestra eviti un «ragioniere di programma»

di Marco Marchionni

A mio modesto avviso il difetto principale di Genova è di essere triste. Non malinconica, che sarebbe nella sua splendida natura, ma triste nel profondo così come capita a qualsiasi aggregazione sociale, dalla squadra di calcetto alla multinazionale, quando non c’è ricambio per 24 anni.
Per risolvere questa tristezza, questo grigiore di mediocrità, la prima cosa che non vorrei è un ragioniere del programma.
Uno che vinca tanto per vincere ci darebbe breve soddisfazione.
Uno che con poche ma devastanti idee proponga una città totalmente diversa, nuova, tra dieci anni perché almeno i primi tre li passerà a barcamenarsi tra burosauri piazzati lì da sempre a convincerli che è importante cambiare.
Un tizio del genere non può soggiacere ai disturbi gastrici di Bossi, alle comparsate di Berlusconi, che meglio non si faccia vedere in un raggio di 60Km tantomeno nel simbolo, o a certa dirigenza che fa del suo meglio, talvolta del suo peggio, subendo.
Che vuol dire che aspettiamo chi candida la sinistra? Che non abbiamo idea di cosa fare?
Invece questo Signore, o Signora, deve avercelo chiaro sui principi, non voglio dire ideali, che ci distinguono dalla controparte.
Liberi di e non liberi da.
Deve avere la faccia di andare dall’imprenditoria e stimolarla nuovamente ad intraprendere invece di palazzinare.
Il coraggio di entrare al Buridda una sera e capire come diavolo trovare un punto di contatto con quella parte di panda in estinzione che sono gli under 25 rimasti.
L’autonomia di spiegare che mentre noi aspettavamo porto, high-tech e industria questi sono diventati il futuro di Tangeri, Bangalore e Shanghai.
Intanto qui i posti di lavoro sono spariti a migliaia sotto tutti i tipi di governo nazionale e, con essi, i residenti.
Forse ci vuole altro? L’entusiasmo di gridare che la mentalità del Vigile di Genova che mi ha detto, testualmente, che «tutto ciò che non è espressamente consentito, è vietato» è S-B-A-G-L-I-A-T-A.
Pover’uomo, che vita triste.
Al contrario! L’umiltà, ed in questo ho apprezzato Pisapia, di dire se condividete il mio traguardo, aiutatemi.
Aggiungo: da domattina uscite e fate una cosa, una qualsiasi, per quanto piccola, per raggiungerlo con me.


Raccogliete una cartaccia per terra e buttatela nella campana o pulite un graffito, piuttosto che niente.
Con un solo passo in più di ciascuno perfino Genova può migliorare.
Ok, ora sveglia! Vediamo chi candida la sinistra. Ci vediamo a un bel forum su porto, high tech e industria.

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