Economia

Il Cerm: per le famiglie la crisi non è passata. Per i prezzi al consumo non c'è mai stata

La situazione dei conti pubblici, con un debito al 105,8% del Pil nel 2008 e destinato al superare il 115% nel 2010, non lascia margini di flessibilità per misure di deficit spending a favore delle famiglie

Ad agosto i consumi delle famiglie hanno fatto registrare il terzo calo congiunturale consecutivo, questa volta concentrato proprio su beni che sarebbero a domanda relativamente rigida come gli alimentari. La contrazione coinvolge anche super ed ipermercati; soltanto i discount di alimentari sembrano reggere, confermando che in questa fine 2009, in cui si discute se la crisi sia o meno passata, le famiglie continuano a incontrare difficoltà. Lo spiega il Cerm, centro studi indimentente, in un suo rapporto diffuso oggi.
La situazione dei conti pubblici, con un debito al 105,8% del Pil nel 2008 e destinato al superare il 115% nel 2010, non lascia margini di flessibilità per misure di deficit spending a favore delle famiglie. E tutto questo mentre i prezzi al consumo non hanno mai fatto registrare significative correzioni al ribasso e, anzi, nella rilevazione dell'Ipca (l'indice armonizzato europeo) di settembre, sono cresciuti dello 0,7% rispetto ad agosto. Per i prezzi al consumo la crisi non sembra essere mai iniziata, e la massa inflattiva accumulata tra l'inizio del 2007 e la metà del 2008 continua ancora a pesare sulla capacità di spesa delle famiglie. Oltretutto, nel biennio 2010-2011 è probabile che ritornino a manifestarsi tensioni sui prezzi a livello internazionale, sia per effetto delle politiche espansive anticrisi (monetarie e fiscali), sia per la nuova fase ascendente dei corsi del greggio che sembra già avviata. Se è ormai scontato che l'Italia impiegherà non meno di 5-6 anni per ritornare al Pil del 2007, è importante che il percorso di recupero non sia reso più difficile o deviato da nuove turbolenze sui prezzi; al contrario, sarebbe auspicabile che la caduta del Pil e il ristagno della domanda inducessero ridimensionamenti nelle pretese di prezzo, e non solo da parte della distribuzione al dettaglio, ma anche nel nelle prestazioni professionali e dei servizi bancari e finanziari.

Su questo quadro di sfondo, un segnale importante potrebbe utilmente arrivare dalla messa a punto di un pacchetto di misure specifiche per il rafforzamento della concorrenza.

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