Stefania Antonetti
Un giro di e-mail, telefonate e contatti per riscoprire all'ombra del campanile della chiesa di San Bartolomeo di Certosa, la magìa di un incontro tra vecchi amici, che vede per l'occasione un «ospite» d'eccezione: Francesco Manca.
Il piccolo teatro della chiesa diventa così, il palcoscenico ideale per salutare un ex scout che partito da Genova è diventato nel giro di pochi anni, uno dei maggiori protagonisti della scena politico-internazionale, assumendo il prestigioso ruolo di funzionario delle Nazioni Unite e capo maggiore dell'organizzazione di controllo della tregua nel Medio Oriente. Non meravigli dunque se nel sentirlo parlare spesso ci «scappa» il nome di Kofi Annan, attuale segretario dell'Onu. Insomma roba da «solleticare» l'invidia nei nostri rappresentanti politici, locali e non. Francesco, per tutti Franco, a Certosa si sente proprio a suo agio. Saluta, abbraccia orgoglioso i «ragazzi» (oramai non più tali) dei campi scout e si emoziona con sincera passione quando scorge nel gruppo alcuni suoi vecchi amici che non vede da anni. La parrocchia di Certosa diventa dunque il filo conduttore della serata, qui Francesco e i suoi amici hanno gioito e sofferto insieme, trascorrendo nottate e serate, ma anche il luogo dove sono stati battezzati e dove si sono sposati.
«Il tema ufficiale dell'incontro - dichiara Gigio, l'amico storico di Francesco -, è Sulla via di Damasco. Chiacchierata semiseria sugli appunti di un viaggio tra il Torbella e il Giordano. L'idea di associare il cammino dal Torbella che scorre qui vicino e il Giordano che tutti conoscono, rappresenta parafrasando il cammino della nostra vita. A Francesco abbiamo chiesto di consegnarci le sue testimonianze da quando è sceso dalla salita della chiesa e ha mosso i suoi passi, con spirito internazionale, verso quel mondo lontano dal nostro». La serata è diventata poi un'occasione simpatica per dimostrare che i giovani devono saper cogliere l'attimo.
Il curriculum vitae dell'amico genovese è sicuramente degno di considerazione. Nato a Genova nel 1957, inizia la sua «carriera» nella chiesa parrocchiale, nel gruppo scout Genova 52 di Certosa (lupetto, scout, rover e capo branco fino a 18 anni), maturità scientifica al Colombo e laurea in scienze politiche all'università di Genova. Tra un esame e l'altro fa il servizio militare nella Scuola degli Alpini di Aosta come sottotenente di complemento.
«Esperienza sicuramente costruttiva e poco distruttiva - sottolinea lo stesso Manca -, mi è sembrato un campo scout lungo sei mesi. Avevamo già consapevolezza del lavoro fisico e del disagio ambientale». Subito dopo la laurea, trasferito a Roma, abbandona la sicurezza di un bel posto dirigenziale e inizia a muovere in punta di piedi i primi passi nel complesso universo dell'Onu. Da lì una serie di circostanze più o meno favorevoli gli permettono di costruire una carriera degna di massima considerazione all'interno del «Palazzo di Vetro», partecipando a molte missioni con funzioni politiche in America Centrale, nei Balcani, nel Tajikistan e a Timor Est.
«Ricordo ancora - aggiunge Manca -, quando fui invitato da un funzionario della sicurezza Onu, a prendere un caffè. Non si trattava di una pausa pranzo ma di una vera e propria intervista di lavoro che mi portò direttamente in Nicaragua».
La serata prosegue tra domande e chiarimenti, c'è chi ironizza ricordando che Francesco, sin dai primi campi aveva la capacità di ritrovarsi inevitabilmente in tutte le situazioni più strane. E lui continua a sorridere e a confermare.
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