UN «CERVELLONE» CHE VALE POCO

Finalmente esiste un modo per rivalutare di colpo, in una volta sola, tutti i nostri peggiori reality, maturando l'idea che le isole dei famosi e i grandi fratelli e le talpe e i ristoranti non saranno granché, però dai, una volta visto anche per pochi minuti quel che passa il convento ad altre latitudini, tipo La bella e il cervellone (giovedì su Fox Life ore 21, martedì ore 21.55) c'è da tirare un bel sospiro di sollievo: altri sono conciati decisamente peggio di noi. Ci sentiamo quindi di consigliare a scopo terapeutico la visione di questo reality americano che mette a confronto sette ragazze di bella presenza con altrettanti coetanei dotati invece di un aspetto fisico così così (è un eufemismo) ma di qualità mentali superiori alla norma. Superiori almeno sulla carta, perché a dire il vero quello che sono costretti a fare e soprattutto a dire (con l'aggravante di un doppiaggio che li fa spesso assomigliare a dei minus habentes) non depone a favore di tutta questa presunta «superiorità intellettuale». Il giochino è semplice: vengono formate delle coppie di concorrenti e poi le ragazze devono impegnarsi in ogni puntata in qualcosa di mentale (tipo costruire un razzo) e i ragazzi in qualcosa di frivolo (tipo fare a gara a chi ottiene più numeri di telefono da fanciulle abbordate per strada). Alla fine si ottengono dei punteggi e le coppie peggiori rischiano l'eliminazione settimanale. Detto così sembrerebbe persino accettabile, ma per accertarsi del contrario basta assaggiare qualche minuto della «confezione» di questo reality (rigorosamente registrato e sottoposto a un massiccio lavoro di post produzione): si verificherà con mano tutto il campionario dello sciocchezzaio ad uso di quella parte del pubblico americano che è di bocca più buona, che accetta di ridere per un nonnulla e di seguire estenuanti passaggi di sceneggiatura in cui le belle ragazze continuano a sospirare «oh my God, my God» mentre i loro compagni cervelloni si comportano fantozzianamente, o in cui i maschietti vanno ciascuno davanti alla telecamera, la guardano fissa e cominciano a monologare come se facessero training autogeno prima di una prova loro richiesta, ed esclamano una serie infinita di «Ce la farò, ce la devo fare, gliela farò vedere a tutti». Ripetiamo, a scanso di equivoci: La bella e il cervellone va assolutamente visto, anche se a piccole dosi, come cura omeopatica, come necessaria vaccinazione per poi reggere, quando verrà autunno, la nuova ondata dei nuovi reality nostrani.

Grosso modo, tenete conto che cinque minuti di visione di questo format americano dovrebbero consentire di poter reggere mezz’oretta del Grande Fratello, giusto per imparare il nome dei partecipanti e non fare scena muta in società.

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