Cronaca locale

Cgil fa il doppio lavoro e precetta la sinistra: scegliamo il candidato

Il sindacato non è abbastanza occupato dalla crisi economica. Si butta in politica e detta i tempi al Pd: "In moto a settembre"

Cgil fa il doppio lavoro 
e precetta la sinistra: 
scegliamo il candidato

È il principio dei vasi comunicanti che pare funzionare anche in politica. Dove c’è il vuoto arriva subito il pieno. E se nel centrosinistra mancano idee e iniziative, a pensarci arriva il sindacato. Che oggi a Milano decide addirittura il prossimo candidato sindaco, in barba alla ragione sociale che ne farebbe semplicemente (si fa per dire) il difensore dei diritti di lavoratori e pensionati.
E così succede che in città arrivi Pierluigi Bersani, il capo del Pd (mica uno qualsiasi) e di fronte ai delegati del congresso regionale ammetta candidamente che "il candidato ideale non lo può dire il segretario del Pd". Ohibò, e chi altri? E delle primarie Bersani che pensa? "Il nostro statuto prevede primarie di coalizione e quindi - aggiunge - la necessità di discutere con gli altri, con gli eventuali candidati. Le primarie sono uno strumento e quindi concepiamole così". Politichese spinto e idee per nulla chiare. Un pessimo biglietto da visita per chi dovrebbe dare qualche indicazione a militanti e dirigenti. A sinistra non è così. Si brancola nel buio. E allora ecco il sindacato che si fa avanti e al tavolo dove ieri ha riunito tutti i partiti del centrosinistra, ruba il posto a Sor Tentenna Bersani. Proponendo che la costruzione di un’alternativa al centrodestra a Milano, e dunque a Letizia Moratti, si fondi su una coalizione allargata a tutte le forze progressiste, ai partiti, ai comitati e alle associazioni. "Vogliamo dialogare con tutte le forze del centrosinistra e della sinistra - ha spiegato con enfasi il segretario della Camera del Lavoro Onorio Rosati -. Ci piacerebbe che tutte ritrovassero le ragioni dello stare insieme, per dare una svolta a questa città. La scadenza del 2011 deve essere un’occasione per il rilancio di una democrazia partecipata". Democrazia partecipata, come se quella della Moratti fosse democrazia dittatoriale. Ma le parole ad effetto, soprattutto in assenza di idee e di programma, son meglio del vuoto spinto. Anche per introdurre l’altra richiesta targata Cgil, ovvero rompere ogni indugio, scegliere in fretta un candidato e dare avvio alla campagna elettorale. "Il fattore tempo gioca un ruolo di grande rilevanza - sprona Rosati - Dobbiamo essere in grado a settembre di mettere in moto la macchina".
Contrordine compagni. In Lombardia non comandano più i vertici del partito, ma quello del sindacato. Un’enormità, ma a sinistra nessuno si stupisce. Abituati come sono a cambiar più segretari che abiti. Senza nessuno che sia comunque in grado di dir qualcosa di sinistra. Tanto che ieri ad applaudire la Cgil c’erano Basilio Rizzo (Lista Fo), il segretario del Pd Roberto Cornelli, Nello Patta (Fds) e Daniele Farina (Sel). Il programma comune? Solo il giudizio negativo sulla Moratti. Più facile criticare che proporre, meglio distruggere che costruire. "Milano ha bisogno di una profonda trasformazione che rimetta al centro il welfare e il lavoro - tuona Rosati - In questi anni il governo della città si è rivelato assente sul fronte delle politiche per il lavoro e incapace di produrre un’idea di sviluppo, portando avanti un’idea securitaria della città e che ha prodotto un piano di governo del territorio che non corrisponde ai bisogni dei cittadini". Al sindacalese applaude anche Giuliano Pisapia, al momento unico candidato sindaco in lista per le primarie. "È necessario costruire una coalizione molto larga - invita - Senza discriminazioni a sinistra". Compagni, tutti a bordo della grande arca. Parte alla crociata contro la Moratti.

Questo, almeno, è chiaro.

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