Che bell’effetto ci faceva star lassù

Sono onesto e sincero: pari e patta con le ingiustizie arbitrali. Nel senso che ieri, sull’uno a zero, non ero affatto tranquillo e ne avevo ben donde. La Sampdoria è squadra tarantolesca, con quel «geniaccio» di Cassano a far la differenza. Infatti, vivo e vegeto qual era, gli è stato annullato un gol bello e regolare e la questione merita anche le congratulazioni al giocatore: in altri tempi, per molto meno, Tonino avrebbe sfasciato una panchina. Invece, pure con la maglia strappata, l’ha presa con filosofia. Tra l’altro Cassano è uno che a noi fa simpatia, tutto genio e sregolatezza. Tornando alla partita: per carità, sull’uno a uno avremmo ugualmente potuto vincere, magari con un guizzo del nostro «maradonino». Ma psicologicamente, dopo il film horror vissuto al Meazza, con Ronaldinho che balla il samba al novantesimo sulla frittata di Denis, qualcuno poteva risentire del trauma. Quindi va benissimo così e passi pure il mezzo gollonzo del Panteron che merita un’iniezione di fiducia e ha dimostrato di avere sempre il fiuto della porta.

A questo punto andiamo avanti più tranquilli, anche perché di scudetti non voglio sentir parlare: la Champions resta un obiettivo serio e ragionevole perché il titolo si gioca a Milano, soprattutto visto che l’Inter ha imparato il cinismo di chi riesce a vincere anche quando non deve vincere. Un po’ rosico perché, anche se di scudetto non si parla, stare in testa alla classifica fa sempre un bell’effetto...

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