Che bello il museo del tempo È proprio un lavoro di classe

La mostra di fine anno alla scuola elementare Baroni è una sorta di museo dal titolo «Bambini nel tempo». Val la pena farci un salto, prenotando però, per essere sicuri di avere i «ciceroni» a disposizione che si trovano soltanto in orario scolastico. Sono infatti gli autori della mostra - i 67 allievi delle tre quinte - a illustrare ogni dettaglio. Primo perché ci hanno lavorato per quattro anni. In pratica sono stati impegnati per quasi metà della loro vita. Secondo perché hanno recuperato loro stessi gli oggetti nelle cantine dei nonni ricreando una casa d’altri tempi. Terzo perché hanno catalogato tutti i pezzi, descrivendone la storia e riportato il disegno sulla scheda (il catalogo è poi stato elaborato al computer - sempre da loro - e la copertina è stata messa a punto con i liceali dell’artistico di Brera).
C’è la stanza dei giochi con cavallino a dondolo, bambole in ceramica, trenini in legno. C’è il guardaroba provvisto di fasce per bebè, coperte tessute all’uncinetto. C’è la camera da letto con una vecchia culla, la cucina con le pentole in rame e il ferro da stiro in vero ferro. Non manca l’angolo della scuola, i banchi con il porta inchiostro e pennini vari. C’è infine l’officina da lavoro ricreata con gli strumenti di una bottega di barbiere. I bambini hanno imparato in seconda elementare ad apprezzare i quadri, durante periodiche visite alla Pinacoteca di Brera.

Accompagnati da sei insegnanti, Angela Sivo, Raffaella Bonmezzadri, Adriana Delfino, Giovanna Massari, Anna Maria Sanfilippo, Marzia Diamanti e da due collaboratrici della Pinacoteca, Tiziana Marino e Cristina Moretti si sono improvvisati piccoli detective: osservavano prima un particolare di un dipinto, ad esempio un fiore di un Van Gogh per poi riconoscerlo in mezzo a una serie di opere d’arte.

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