Può sembrare contraddittorio dedicare una rassegna erotica a un cinema, quello giapponese, costretto a fare i conti con una censura che, invece, ha avuto leffetto opposto di sensibilizzare lespressività di registi, bravi a parlare di sesso, tra sadismo e feticismo, senza il sesso esplicito. Nulla a che vedere con le immagini della stampe erotiche shunga, in mostra a Palazzo Reale, anche se la retrospettiva cinematografica in calendario, fino al 24 gennaio al Cinema Gnomo, prende proprio il nome di Shunga Movies. Sarà interessante, ad esempio, confrontare le riletture date al romanzo La chiave, di Junichiro Tanizaki, sia da Tinto Brass (oggi alle 20.15 nella versione Directors Cut con scene aggiuntive) sia da Kon Ichikawa che nel 60, con il grottesco Kagi - La chiave (domani, 20.30) ottenne il premio speciale della giuria al Festival di Cannes. Interessante è anche linserimento di Interno berlinese della Cavani, ispirato al romanzo La croce buddista di Tanizaki. Certamente da non perdere è Abe Sada - labisso dei sensi di Noboru Tanaka, meno conosciuto del più famoso Limpero dei sensi (presentato ieri) ma che rilegge, con un anno di anticipo, la rovente (e mortale) relazione tra un proprietario di una pensione e la sua cameriera.
Il sesso è anche utilizzato come strumento di contestazione e ribellione verso una società che opprime; ne sono esempi Tokyo Decadence (il 23, versione integrale) o Ecstasy of the Angels il 22, la pellicola di Koji Wakamatsu nella quale anarchia, terrorismo e libertà sessuale si fondono in maniera spregiudicata.
Che sorpresa lerotismo nel cinema giapponese
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