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"Chi poteva pensarlo? Alla mia età fino a Londra per preparare il ragù"

Maria Argnani ha 86 anni: "Uso il mattarello da quando ne ho cinque. Mi hanno invitato in Inghilterra ma il formaggio arrivava dall'Emilia"

"Chi poteva pensarlo? Alla mia età fino a Londra per preparare il ragù"

Maria Argnani, che sa usare il matterello e stendere la pasta da quando ha 5 anni, tutto si sarebbe immaginata nella vita tranne che qualcuno l'avrebbe filmata mentre faceva da mangiare in cucina. E men che meno che quei video avrebbero fatto decine di migliaia di visualizzazioni su YouTube grazie agli estimatori delle ricette italiane sparsi per il mondo.

«Nonna» Maria, 86 anni da Faenza, è una delle Pasta Grannies di cui Vicky Bennison ha raccolto la storia e mostrato «in diretta» l'abilità nel preparare la pasta fatta in casa.

Maria, com'è stato farsi riprendere mentre cucinava?

«È stato molto bello far da mangiare per Vicky, Livia e Andrea. Per loro ho fatto gli strozzapreti, i garganelli, le tagliatelle con il ragù, i cappelletti. Per Natale invece ho fatto i tortelli dolci. Io ho sempre cucinato per la casa, mai per lavoro, e mi piaceva e mi piace ancora oggi provare ricette nuove, dalla pasta alla carne fino ai dolci. Solo il pesce non lo amo».

Dove ha imparato a cucinare così?

«Ho cominciato quando avevo 5 anni, facevo la pasta con il matterello con mia mamma. Lei spesso non si sentiva bene, e quindi io e i miei tre fratelli abbiamo imparato presto a cavarcela e anche a cucinare. Eravamo una famiglia di contadini, povera come tante altre, e c'era poco da mangiare. Quando è scoppiata la guerra ero una bambina, ma mi ricordo bene una cosa: avevamo sotterrato del cibo per nasconderlo, poi però i tedeschi l'hanno trovato e ce l'hanno portato via. Oggi dicono che questo virus è come la guerra, ma a me non sembra proprio: è vero, dobbiamo stare in casa e fare qualche sacrificio, ma almeno da mangiare non ci manca. Anzi».

Quando Vicky Bennison le ha chiesto di esibirsi di fronte a una telecamera ha accettato subito?

«Ormai sono passati due anni e, sì, ho subito accettato. Anche oggi con Vicky siamo rimaste in contatto e ogni tanto ci vediamo o ci sentiamo. Ma se ora penso che i miei video li guardano da tutto il mondo Meglio non pensarci! Il momento più bello, però, è stato quando mi hanno invitata a Londra a cucinare, a settembre dell'anno scorso».

Ci racconti.

«Sono andata con mia figlia, Graziella, ed eravamo ospiti della Italian Cookery School, una scuola di cucina che c'è lì. Vicky presentava il suo libro, mentre io ho cucinato per alcuni giornalisti, che mi seguivano per imparare la ricetta: una cosa che mai mi sarei immaginata di fare, alla mia età. Ho fatto i cappelletti al formaggio e mi sono divertita molto. E mi sono anche stupita un po', perché il formaggio per sicurezza l'avevo portato da casa, da Faenza, ma loro mi hanno dato una buonissima carne per fare il brodo. Erano cinquant'anni che non assaggiavo un brodo così».

Sembrava che quella della pasta fatta in casa fosse una tradizione destinata a perdersi. E invece, complice la quarantena per il coronavirus, in tanti, anche giovani, stanno riscoprendo questa abitudine. Lei cosa ne pensa?

«Le dico la verità: io guardo i miei nipoti. Il maschio ha 25 anni e sa cucinare anche meglio di me. La piccola ne ha 24 ed è anche lei molto brava, soprattutto a fare i dolci. Non comprano niente di già pronto al supermercato, fanno tutto in casa.

Penso a loro e dico che non è vero che le tradizioni si stanno perdendo».

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