Chi resta a piedi può difendersi segnalando l’auto in prefettura

L’arma dei cittadini contro lo sciopero selvaggio dei taxi? Segnalare il numero dell’auto bianca che si è rifiutata di prenderli a bordo. Lo ha ricordato ieri il prefetto, spiegando quali azioni si possono prendere - oltre alla precettazione - per convincere i conducenti a interrompere i blocchi selvaggi. Lo conferma Paolo Martinello, presidente dell’associazione dei consumatori Altroconsumo: «Basta inviare una lettera in prefettura o alla Commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici - che ha sede a Roma, in via Po 16a - raccontando che il taxi numero “x” era nel posteggio “x” e si è rifiutato di farmi salire». In caso di scioperi non proclamati dai sindacati e seguendo le norme di legge, il problema è individuare chi punire: «È compito della Commissione di garanzia farlo, per questo la segnalazione del cittadino, se riconosciuta attendibile, può servire a ricostruire i fatti e ad assegnare una multa di alcune centinaia di euro». Resta l’unica difesa: «I tassisti possono avere tutte le ragioni di questo mondo, ma stanno interrompendo un servizio pubblico.

Se le multe arrivano? Sì, per questo di fronte alle telecamere molti tassisti in sciopero sorridono dicendo che sono andati a prendere il caffè. Le multe - successe con i tranvieri - vengono contestate, l’iter si allunga. Ma la segnalazione resta l’unica arma in mano al consumatore».

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