«I candidati saranno tutti uguali ai nastri di partenza». Parola di Mario Mantovani, sottosegretario alle Infrastrutture e membro dellufficio di presidenza del Pdl: «Il presidente Berlusconi si aspetta molto dalle regionali. E Roberto Formigoni garantirà certamente grandi risultati».
Che cosa significa tutti uguali ai nastri di partenza?
«Coloro che pensano di candidarsi, almeno negli ultimi mesi si astengano dal ricoprire incarichi di partito. Mi riferisco ai coordinatori e ai vicecoordinatori provinciali. Cè un accordo per la sospensione preso in ufficio di presidenza e penso che sia giusto attivarlo».
Come avverrà la scelta dei candidati?
«Saranno ricandidati tutti gli uscenti e probabilmente si aggiungerà qualche novità, utile per raccogliere preferenze. È importante che il Pdl cresca, perciò è determinante attivarsi sul territorio, rimettere in gioco militanza ed eletti. Dobbiamo riprendere i contatti con il territorio, tra i coordinamenti e con i circoli della libertà».
Prevede nuovi assetti nel coordinamento regionale?
«Non è una questione urgente. Mi sembra che Guido Podestà e Massimo Corsaro, il suo vicario, stiano ben lavorando».
Avete discusso la questione femminile? In Regione non ci sono molte donne.
«È una preoccupazione generalizzata, di cui ho parlato anche con il ministro Gelmini. Confidiamo in qualche volto nuovo che catturi il consenso degli elettori. Non credo nelle quote rosa, anche se avere qualche donna nel listino sarà indispensabile per garantire unequa rappresentanza».
Al Pirellone si discute di modificare la legge elettorale. Qual è la sua posizione?
«Auspicherei uno sbarramento tra il 4 e il 5 per cento. Ha dato più credibilità al Senato e alla Camera, spero si possa applicare anche a livello regionale. Troppi piccoli partiti creano problemi di governabilità e di costi. Un discorso che non vale per le elezioni comunali, dove bisogna tutelare le rappresentanze particolari».
Meglio le preferenze o le liste bloccate?
«Sono favorevole al mantenimento delle preferenze in Comune, in Regione e per le Provincie, anche se sono convinto che sarebbe meglio eliminare le Provincie o almeno accorpare le più piccole».
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