Al chiaror di Luna l’anno mondiale dei fratelli Molinari

«Fratelli d’Italia, l’Italia sì è desta...». E questa volta mi riferisco all’italia golfistica che ha vissuto un 2009 indimenticabile e mi auguro ripetibile, od almeno foriero di nuovi traguardi.
L’ultimo torneo del 2009 - ma già valido per l’European Tour 2010 - ha visto Edoardo Molinari piazzarsi al 4° posto che, sommato al 15° della settimana precedente lo ha fatto balzare dal 59° posto nel world ranking al 49°, ovvero tra i primi 50 giocatori del mondo, cosa che gli consentirà l’anno prossimo di giocare di diritto nei quattro tornei del Grande Slam e nei quattro World Championship, come dire: gareggiare con i migliori al mondo.
L’impresa di Edoardo ha riempito le pagine golfistiche della stampa estera perché nessun giocatore impegnato sul Challenge Tour - il circuito minore - era mai riuscito ad uscirne vincitore ed entrare nei primi cento del mondo per poi fare il salto nell’élite mondiale già con i primi due tornei del tour maggiore giocati dopo il successo pieno tra i «cadetti». Ma c’è di più, l’impresa di Edoardo fa il pari - o quasi - con quella del fratello Francesco, terminato tra i primi 15 giocatori nella Race to Dubai, e 39° al mondo; e qui torna d’attualità la stampa internazionale, che sottolinea una «prima mondiale»: quella di due fratelli che per la prima volta - oltre a vincere in coppia la coppa del mondo - l’anno prossimo scenderanno in campo ed in fraterna lizza negli otto tornei più ambiti nell’universo verde. Altro successo, ma questo non solo italiano, anche se l’Italia attraverso l’arringa di Franco Carraro in sede Cio, è quello del golf che è entrato tra gli sport olimpici a partire dal 2016. I Molinari li abbiamo già, ma sulla loro scia e sul nuovo impeto che le loro imprese daranno alle giovani leve - che non mancano - prevedo un’Italia golfistica in netta crescita, ben oltre i 100mila tesserati raggiunti in questa stagione: altro successo. Tra le nuove leve come non citare Matteo Manassero, 16 anni, di Gardagolf, che ha vinto il British Amateur, massimo torneo dilettantistico, e più giovane a compiere l’impresa? Il titolo gli fa ricevere automaticamente un invito a giocare il Masters di Augusta il prossimo aprile al quale per la prima volta saranno presenti ben tre giocatori italiani. Potrei parlare ancora di giovani che stanno crescendo davvero alla grande, il tredicenne Gemignani, il ventenne Pavan, lo stesso Perrino, vincitore tra i giovanissimi pro dell’Alps Tour.
Un anno di grandi successi anche al femminile, con Diana Luna vincitrice di due tornei sul Tour femminile e prima italiana a giocare in Solheim Cup, la Ryder Cup in gonnella e con lei buona stagione anche per le sue colleghe, la Zorzi, la Piovano, la Croce ed infine la «carta» conquistata settimana scorsa da Anna Rossi.
E poi tanti dilettanti che hanno regalato all’Italia altre nove vittorie per un totale di oltre 30 titoli internazionali.
Il golf italiano è ormai una realtà ed il Coni, a detta dello stesso presidente Petrucci, ci porta in palmo di mano ed ad esempio.

Ce n’è di che far gonfiare il petto all’alta dirigenza federale, ma anche un impegno a non sprecare questi risultati, di perseverare nell’impegno profuso senza montarsi la testa e soprattutto sfruttare questa splendida annata per incrementare la promozione del golf nel nostro Paese non solo tra i confini patri, ma anche per attirare nella penisola golfisti da tutto il mondo. Anche il nostro golf può far parte delle bellezze del Belpaese.

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