Cronaca locale

Chiedono a destra di esserci e poi aggrediscono Valditara

Scontri con la polizia, Rete Studenti assalta il ministro: "Io qui perché la scuola è un presidio di democrazia"

Chiedono a destra di esserci e poi aggrediscono Valditara

Non ha fatto in tempo a dirlo, il ministro all'Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara - «Spero che oggi sia una giornata di unione e di unità, una bella testimonianza di coesione e di serenità, di celebrazione dei nostri valori costituzionali» - che è diventato lui stesso oggetto di attacco da parte degli studenti. Il ministro è venuto a Milano per deporre una corona di alloro a Palazzo Marino, sede del Comune, per celebrare la Medaglia d'oro della Resistenza delcittà. «Ci tenevo in modo particolare che ci fosse una corona in rappresentanza del mio ministero - ha spiegato - perché la scuola svolge un ruolo fondamentale come presidio democratico e come testimonianza dei valori della nostra Costituzione. Una Costituzione che mette al centro la persona e che è la risposta più bella alla dittatura nazifascista. Oggi è una grande festa della libertà, una festa che deve unire tutti gli italiani». Poi il ministro ha reso omaggio al Sacrario dei Caduti in largo Gemelli, dove è stato contestato. Per il gruppetto di studenti, tenuto lontano dalle forze dell'ordine, è «inaccettabile e ipocrita da parte di un rappresentante del governo presentarsi il 25 aprile, in una città medaglia d'oro per la Resistenza, per commemorare i caduti di tutte le guerre senza schierarsi apertamente dalla parte dei partigiani» si legge nella nota di Rete Studenti Milano. «È facile pulirsi la coscienza nel giorno della Liberazione, quando invece nel caso di attacchi squadristi il ministro non solo tace sull'accaduto, ma condanna chi è solidale con studenti e studentesse» il riferimento è ai fatti del liceo Michelangelo di Firenze quando a febbraio due studenti sono stati aggrediti con calci e pugni da sei giovani appartenenti ad Azione studentesca.

Alle 14,30 il ritrovo in corso Venezia per il via alla manifestazione nazionale del 25 aprile. Il serpentone festante e colorato ha riunito 80mila manifestanti sotto la pioggia lungo corso Venezia, corso Matteotti, piazza Meda, piazza della Scala, via Santa Margherita, via Mengoni per concludersi in piazza Duomo. In corteo con il Pd la segretaria Elly Schlein, accolta da cori e applausi, assieme al senatore Alessandro Alfieri e al segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Nella lunghissima sfilata, che si è mossa senza incidenti o particolari tensioni, centri sociali, partiti con le bandiere, società civile, associazioni, anziani, ragazzi e famiglie. Unica eccezione la bandiera della Nato strappata all'inizio del corteo. Per la prima volta è mancata una delle deprecabili tradizioni della manifestazione: le contestazioni alla Brigata ebraica, che solitamente veniva fischiata e aggredita a male parole all'altezza di San Babila. La presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, quest'anno per la prima volta a Milano, chiarisce: «Noi siamo parte di questa storia milanese, ma anche di tutta l'Italia liberata con gli sforzi della Resistenza, dei partigiani, anche di quelli ebrei della Brigata ebraica. È un dovere essere a Milano e ribadire da che cosa siamo stati liberati, cioè dal nazifascismo, non può essere una festa che riguarda solo una parte degli italiani, ma deve essere un riconoscimento che vale per tutti questa liberazione». Non mancano le bandiere palestinesi, nello spezzone dei centri sociali.

Sul palco di piazza Duomo, dalle 15,30 si alternano gli interventi del sindaco Beppe Sala, del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, della presidente dell'Associazione nazionale partigiani cristiani Maria Pia Garavaglia, della studentessa Farina Elashwal, del presidente dell'Aned (Associazione nazionale ex deportati) Dario Venegoni, del presidente dell'Anpi nazionale Gianfranco Pagliarulo e di quello dell'Anpi milanese, Roberto Cenati.

In videocollegamento Aldo Tortorella, il partigiano «Alessio».

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