Chiesa e banche, parte il «prestito della speranza»

Un plafond da 100 milioni di euro per le famiglie bisognose. Intesa Sanpaolo è la prima della banche italiane a dare attuazione pratica all’accordo siglato in primavera tra la Conferenza episcopale italiana e l’Abi. Si chiama «prestito della speranza», partirà il primo settembre e verrà gestito con le caratteristiche del microcredito. Saranno oltre 15mila le famiglie italiane che beneficeranno dei prestiti in arrivo dal gruppo Intesa, attraverso Banca Prossima: le erogazioni avranno un importo massimo di 6mila euro, rimborsabili in cinque anni, con un tasso di interesse massimo del 4,5%.
La Cei fa la sua parte con un fondo a servizio del sistema bancario: 30 milioni la cifra raccolta, che andrà a garantire i prestiti concessi. Il fondo di garanzia sarà suddiviso tra tutte le banche italiane in proporzione alla loro quota del mercato nazionale. L’accordo Cei-Abi prevede che gli sportelli concedano prestiti per almeno sei volte le garanzie messe a disposizione: significa non meno di 180 milioni che il sistema bancario progressivamente dedicherà a questo progetto. Ma già Intesa Sanpaolo, cui fa capo una quota di mercato del 20%, ha deciso di aumentare volontariamente la cifra messa a disposizione fino a 100 milioni di euro, come spiegato ieri dall’amministratore delegato Corrado Passera.
Del tutto nuovo sarà il meccanismo di concessione dei prestiti. Saranno direttamente le parrocchie e le Caritas a segnalare i casi più bisognosi. I prestiti concessi verranno frazionati in tranche bimestrali da mille euro, con l’obiettivo di garantire un maggiore controllo sul proficuo utilizzo dei fondi. Ne potranno beneficiare le famiglie numerose, a basso reddito e che si trovino ad affrontare situazioni di malattia grave o di perdita del lavoro da parte del capofamiglia: un bacino potenziale di 30mila nuclei in Italia, la metà dei quali potrebbe, dunque, essere aiutata già con il solo intervento di Intesa Sanpaolo.
L’iniziativa prevede anche lo studio di progetti di reinserimento al lavoro o di microimprenditorialità. Intesa Sanpaolo poi - e qui sta un altro elemento di novità - metterà a disposizione delle famiglie veri consulenti.

Si tratta dei 200 volontari della Vobis (Volontari bancari per le iniziative nel sociale), ex dipendenti dell’istituto che aiuteranno le famiglie nella gestione del proprio bilancio e, quindi, nel rimborso del prestito.

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