La sessualità è sempre stata al centro delle considerazioni etiche, a causa del suo legame con lassoluto: non è questione di equilibrismi etici o di psicologismi, bensì una questione ontologica, che ci avvicina allEssere ma, anche, al Nulla.
Alcuni mesi fa lo scrittore Antonio Scurati fece unosservazione importante. Perché - disse pressappoco - la nostra cultura si è abituata a spiegare i fenomeni «alti» attraverso quelli «bassi» e non va nella direzione opposta? Perché cè una vulgata per cui lestasi di Santa Teresa del Bernini viene ridotta a un orgasmo mentre non si pensa mai a un possibile contenuto mistico, spirituale, dellesperienza dellorgasmo? Dipende da come uno, certe cose, le vive - è la risposta più semplice e umana. Chi si occupa di storia lo sa, perciò deve fare i conti non soltanto con i fatti, ma anche con i diversi atteggiamenti, con i soggetti di quei fatti.
Esiste, poi, un fatto nella storia in cui «basso» e «alto» ebbero a incontrarsi sul medesimo terreno, dentro le stesse città, le stesse case, gli stessi corpi. Mi riferisco alla predicazione, alla condanna a morte, alla crocefissione e - stando a un pugno di pazzi - alla resurrezione di un galileo originario di Nazareth chiamato Gesù. Nato fra le prostitute, ma anche tra buoni ebrei osservanti e dal cuore semplice, il cristianesimo col suo annuncio spropositato («Il Verbo si è fatto carne») mise in questione tutto luomo, corpo e spirito, generando una storia e producendo un certo modo di conoscere, di leggere lumano e, con esso, il corpo e le sue pulsioni. Questo ordine di pensieri si ripresenta, rigorosamente documentato, in un bellissimo libro: Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia, di Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia (Laterza, pagg. 324, euro 18).
Le due studiose, laica la prima e cattolica la seconda, non intendono nascondere le loro posizioni di partenza. Ma la responsabilità del libro è comune, e questo significa che per le autrici la necessità della conoscenza precede la difesa delle posizioni - e già questa è unanomalia in un momento in cui il dibattito culturale è soffocato dai preconcetti e nessuno sembra molto disposto ad ascoltare.
Il primo obiettivo del libro è sfatare il pregiudizio secondo cui la Chiesa è intrinsecamente sessuofoba. La considerazione della natura del cristianesimo e lo studio delle fonti ci offrono un panorama molto più ampio e variegato, dove da un lato la sessualità viene letta nella sua positività, come collaboratrice dellazione redentiva di Cristo, mentre dallaltro se ne raccomanda una limitazione poiché la sessualità è anche «una forza oscura che simpadronisce delluomo, gli fa perdere la padronanza di sé, e quindi deve essere domata».
Laccento fondamentale viene posto dalla Chiesa sulla libertà delluomo e sullintegrità della persona. Il tema resta tuttavia avvincente, e passibile di sviluppi storici cui danno la stura sia lambiguità della sessualità in sé (misto di luce e oscurità), sia lignoranza dei preti, sia le periodiche rigidezze spesso dovute a contingenze difficili. Leterogenesi dei fini non è estranea nemmeno alla Chiesa, la cui posizione in tema di sessualità rimane oscillante. E il libro ne dà conto con una gran quantità di esempi e di storie spesso curiose ed esilaranti.
Dopo secoli di dominio in materia, la principale fonte di discredito è venuta per la Chiesa dallaffermazione non tanto della scienza moderna, quanto della mentalità che a essa si rifà, spesso indebitamente, e che afferma la totale autonomia delle diverse sfere dellagire umano, tra cui la sessualità. È evidente che lassolutizzazione di tale principio implica una condanna senza appello di ogni morale sessuale.
Ma linteresse forse maggiore del libro sta nella capacità di mostrare le profonde insufficienze delle diverse posizioni che si sono presentate, in epoca moderna, come antagoniste della Chiesa.
Anche al colmo della maturità, noi restiamo fragili e bisognosi. E letica sessuale della Chiesa, più o meno al passo coi tempi, ci ricorda sempre questa realtà fondamentale. Luomo maturo è chi si sa bisognoso.
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