Chinatown, l’Alkeos si difende: «Legittimi quei finanziamenti»

Continua l’inchiesta della Procura sui fondi del Comune

Il cronista racconta i fatti. E li scrive nudi e crudi, soprattutto quando i fatti sono di giudiziaria. Com’è accaduto nella recente inchiesta de il Giornale attorno a Chinatown, quartiere a due passi dal centro di Milano dove i residenti reclamano una migliore qualità della vita.
Già, lì, in quel reticolo di strade attorno a Paolo Sarpi e Bramante vivono migliaia di cinesi, che ancora non si sono integrati. Realtà sociale finita - un giorno sì e l’altro pure - nelle maglie della giustizia. Come, ad esempio, nel procedimento numero 53115/05 che la Procura di Milano, come già scritto, ha aperto nei confronti di ignoti ipotizzando il reato di abuso d’ufficio. Iniziativa che su queste colonne abbiamo rivelato mettendo a nudo anche alcuni rapporti intrattenuti all’interno del mondo cinese con settori della politica comunale milanese.
Due servizi che svelano retroscena non ignoti alla Procura, che nell’ambito del procedimento 53115/05 - firmato dal sostituto procuratore Maria Grazia Pradella -, ha tra l’altro, in data 23 maggio 2006, fatto operare un sequestro di «materiale e documenti attinenti al progetto sociale» della associazione Alkeos, onlus nata due anni prima su iniziativa della psicologa Emanuela Troisi. Associazione che dal Comune di Milano (governato dal sindaco Gabriele Albertini) ha ottenuto fondi per 580mila euro ovvero un miliardo e più di vecchie lire e altri dalla Provincia. Ma, attenzione, l’inchiesta del Pm Pradella ipotizza l’abuso d’ufficio proprio per verificare se nello stanziare le somme vi sia stato qualche abuso consumato da pubblici ufficiali. E se qualche privato vi abbia concorso. Da qui la dizione «contro ignoti», come messo ben in evidenza su queste colonne.
Ciononostante, la Troisi lamenta campagne diffamatorie. Ha quindi inviato a tutti i consiglieri comunali e letto al Consiglio di zona 8 una lettera di tre pagine per sostenere la bontà dei progetti di reintegrazione portati avanti da Alkeos.

Da parte sua la Procura intende stabilire se sono stati o meno compiuti abusi erogando queste somme all’associazione Alkeos. Per questo il Pm Pradella ha sentito come teste la psicologa Troisi proprio su attività e finanziamenti dell’Alkeos. Un gioco di parole per dire che l’inchiesta continua.

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