da Milano
Chi va e chi viene. Ieri si sono sprecati i saluti. Figo e Recoba per tutti. Il Chino, dopo aver giocato 45 minuti allinsegna di una vita in nerazzurro, piena di chiari e scuri, più scuri che chiari, non ha lasciato spazio alle illusioni di Moratti e dei suoi adulatori. «Non potrò mai giocare contro lInter. Me ne vado ed ho chiesto scusa a Moratti per tutto quello che non sono riuscito a dare in questi anni».
Addio avvalorato, a malincuore, dal presidente: «Siamo al capolinea, il Chino ha diritto di esprimere la sua classe altrove». Dopo dieci anni è arrivato il doloroso (soprattutto per Moratti) addio. Probabilmente Alvaro Recoba andrà a giocare allestero, appunto per evitare di incontrare lInter in campionato. Ha buoni agganci nellAtletico Madrid; da quelle parti potrebbe trovare nuovi stimoli, potrebbe ancora divertirsi e divertire.
La sceneggiatura di ieri dice che anche Figo se ne andrà, ma qualcosa lo ha colpito: la gente che lo acclama, Massimo Moratti che lo supplica, il popolo della curva nerazzurra che ha chiesto a gran voce che fosse lui a tirare lultimo rigore. Pugnalate al cuore per un giocatore che qui a Milano ha riscoperto lennesimo elisir di giovinezza. Luis Figo ieri ha preso il microfono in mano, invitato da Bonolis, e ha salutato: «Questi due anni con voi sono stati bellissimi. Sono sicuro che la vittoria dello scudetto sarà il principio di un grande ciclo».
Detto con la faccia delladdio, anche se una porta è rimasta aperta. «Lasciatemi ancora una settimana per pensare». Intanto, alluscita dal campo, ieri i compagni gli hanno fatto ala, tutti lo hanno abbracciato e baciato, il cuore di San Siro ha battuto forte per questo campione che piace alla gente. «Perché è un grande giocatore e una bellissima persona», ha spiegato Moratti che, poi, ha lanciato lultimo appello. «Lascio decidere a lui, pur pressandolo. Cè di mezzo una scelta di vita».
E se la faccia di Adriano non era proprio quella della festa, il passeggiare di Recoba per il campo, mentre i compagni alzavano la coppa, era il sintomo di unautoesclusione, la contagiosa allegria del Crespo rapato per scommessa, era la buona notizia da trasmettere al mondo. «Al 99 per cento resto. La società ha fatto un gran lavoro, il mio procuratore un miracolo, è un regalo che non ha prezzo».
Ci sarebbe voluta la ciliegina per una festa completa. Il presidente parla di Suazo e ammette: «Inutile negare che mi sono visto con Cellino». Sottinteso: fra poco arriva.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.