Chiuso per ferie? No, per eredità in arrivo

Sarebbe stato forse più convenzionale un semplice cartello «Chiuso per ferie» per indicare la momentanea chiusura estiva di uno dei sei banchi di dischi e libri usati che caratterizza piazza Colombo. Invece no. Perché su quel bancone - rigorosamente sigillato da lucchetti - in questi giorni appare ben altro. Esattamente: «Chiuso per imminente ed inaspettata enorme eredità. P.s. Presto inviti (30 luglio. M)». Insomma burla o verità? L'amletico dubbio resta. E la curiosità anche. E tra coloro che passeggiano sotto i portici, al riparo dal grande caldo, c'è anche chi, nell'incertezza accenna un mezzo sorriso vinto dall'invidia. Lo sguardo, pur non volendo, inevitabilmente ricade sul quel semplice foglio bianco, dove una mano misteriosa ha ben evidenziato, che il banco di libri usati resta momentaneamente chiuso per improvvisa e soprattutto enorme eredità. «Beato lui - dichiarano i proprietari degli altri banchi -. Come vorremmo che fosse vero. Ma dubito che sia verità. Perché se mai fosse, di certo la cosa non sarebbe stata resa pubblica. Pensiamo invece a uno scherzo, indiscutibilmente simpatico. Il caldo si sa, a volte può giocare brutti scherzi». Insomma in questo angolo della città, dove da oltre venti anni si vendono libri usati, dischi fuori commercio come i vecchi Lp, 33 giri e 78 giri (quelli che andavano con i grammofoni), gialli fuori catalogo, libri genovesi storici e geografici e antiche stampe, la curiosità regna sovrana. Sì perché, forse il papabile erede, potrebbe addirittura non sapere nulla, del chiacchierio nato intorno ai suoi libri usati. «Il proprietario di questa bancarella, è un personaggio simpatico e amabile con i clienti, per cui non è da escludere che qualcuno abbia pensato di attirare l'attenzione di passanti e turisti con questa geniale trovata. Potrebbe essere stato ad esempio - continuano i colleghi dei portici - un clochard che quasi tutte le mattine arriva qui puntuale e con cui il futuro milionario ha ottimi rapporti. Ma sono solo ipotesi. È chiaro che la verità non la sapremo mai, ma non importa». Non si scompongono dunque i vicini di banco, anzi sorridono divertiti e si dichiarano contenti per il richiamo dato dal curioso cartello: «Perché non ci dimentichiamo che in questa piazza, abbiamo creato negli anni uno spazio in miniatura tipicamente francese, anche con il suo clochard. Ognuno di noi ha un settore specifico, dove ciascuno vive il commercio e l'artigianato secondo schemi e canoni antichi. Noi coltiviamo rapporti umani e nuove relazioni, perché è dato oggettivo trovare lungo questi banchi uno spazio di ascolto e di ricerca della semplicità». È così mentre alcuni parlano di scherzetto, c'è anche chi ipotizza che lo pseudo erede possa essere stato oggetto di una carnevalata anticipata, ma non dal clochard di zona però: «Il cartello è scritto troppo bene in italiano.

Lui è straniero e la nostra lingua la mastica ben poco. Piuttosto potrebbe essere stato un cliente non soddisfatto o semplicemente uno scherzo di un collega». Insomma il dubbio resta. E toccherà aspettare che il banco riapra. Ammesso e non concesso che riapra davvero!

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