«Ci sono i ritmi di Marrakech»

«Divertito? Mica troppo, siamo qui dalle 9 di questa mattina per tre votazioni inutili. Roba che al confronto il nostro consiglio comunale è una macchina da guerra. Dicono che è normale. Mah». Non proprio memorabile la prima foto del leghista Matteo Salvini a Montecitorio. «Mi sento un marziano. Io ero abituato che alle 8 le metropolitane e i bus sono pieni, le strade intasate. Questa mattina alle 8 e mezza in giro per Roma non c’era nessuno. Deserto. Qui c’è il fuso di Marrakech». Slip verdi per il primo giorno? «La cravatta, la pochette e la spilla dell’Alberto da Giussano. A pranzo ho mangiato i carciofi. Verdi. Ma io di verde ho il cuore». I giornalisti dicono che poi i leghisti si abituano e affollano i ristoranti. «Io comunque qui spero di starci solo un giorno alla settimana. E, da quando Roberto Maroni sarà ministro dell’Interno, torno a Milano per frequentare il questore, le stazioni, i campi nomadi. Sgomberare, bisogna sgomberare. Sono stato eletto per portare a casa il federalismo, un po’ di sicurezza, e tagli agli sprechi». Niente auto blu quindi? «Macché auto blu. Tutti sono arrivati qui in aereo. Io con la mia macchina». Rimborsato. «Macché rimborsato. Non me l’avevano detto e così non ho preso la ricevuta dell’autostrada. Niente ricevuta, niente rimborso».

L’incontro più emozionante? «Rosi Bindi. È vera, credevo fosse solo una leggenda metropolitana. E invece mangia gli arancini insieme a La Malfa, a quelli che vedi solo in tv. E ne mangiano tanti. Si ingozzano». A 0,50 centesimi l’uno.

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