Ciak sulla nuova Milano tra Rai, fiction e cinema

Nei programmi di Letizia Moratti un festival internazionale. Sarà valorizzata anche la tv di Stato

Serena Coppetti

Vuole dare a Milano un nuovo palcoscenico. Farla diventare non la brutta copia di Cinecittà, ma una vera città del cinema e per di più di respiro internazionale.
Letizia Moratti pensa a una Milano che possa fare da trampolino di lancio per i divi del piccolo e grande schermo, con un festival specifico sui film in digitale, con una scuola che possa confezionare talenti per le fiction prodotte in tutta Europa, con un nuovo centro multimediale da aprire nell’ex manifattura tabacchi.
«Promuoverò la cultura milanese sulla scena internazionale - promette l’aspirante sindaco - portando il meglio del mondo a Milano sia per i singoli eventi che per presenze artistiche e creative che tendono a stabilizzarsi in città». Non è d’altronde una novità il fatto che l’ex ministro avesse voluto mettere nel programma un accento particolare sul rafforzamento della vocazione culturale e «spettacolare» di Milano. A partire dal progetto per la Rai per il quale ha già trovato un accordo col presidente Petruccioli sul futuro della sede milanese. L’idea è di realizzare un centro «dedicato alle grandi produzioni soprattutto di intrattenimento e la produzione di programmi a forte contenuto culturale», dice. Ma va anche oltre. «Si sta valutando la possibilità - accenna - di utilizzare insediamenti produttivi e aree industriali in via di disimpegno che potrebbero essere occupate per produzioni di fiction». Un’operazione non nuova per la Moratti. L’esempio non è troppo lontano: in veste di presidente Rai per valorizzare il centro di produzione di Napoli fu realizzata la fiction «Un posto al sole». Insomma di finction se ne intende. Per dovere e anche per piacere. A dire il vero per una in particolare ha una passione sfrenata. I bene informati dicono che non si perda una puntata della serie «24 hours». Registra persino gli episodi se per cause di forza maggiore (e c’è da credere che ultimamente siano diverse...) non possa seguire la serie in compagnia del marito.
Dal piccolo al grande schermo, comunque, Milano deve ritrovare la sua vocazione e cioè «rappresentare uno dei poli mondiali della cultura». Niente di meno che. «Questo si fa - aggiunge la Moratti - mettendo in piedi una vera e propria “diplomazia” culturale che porti Milano all’estero e porti qui le manifestazioni, gli eventi, i creativi e i protagonisti della cultura internazionale». A supporto, due dati: sono 1700 le aziende che operano nel settore dell’audiovisivo in Lombardia e il 70 per cento è concentrato a Milano. Per loro e per tutto ciò che ruota intorno dovrebbe nascere il festival annuale del cinema digitale. Per la nuova Cinecittà meneghina Letizia Moratti pensa di realizzare «un centro di produzione cinematografica internazionale, la scuola europea di fiction e di comunicazione di impresa e infine un nuovo centro multimediale nell’ex manifattura tabacchi».

Vuole insomma una «nuova Milano contemporanea», culla del festival del cinema digitale che lei si propone di far diventare uno degli appuntamenti più importanti di risonanza mondiale. I riflettori sono accesi. Ora manca solo il «ciak», poi «si gira».

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