Cronaca locale

La ciclabile toglie posti auto. I negozi: "Perdiamo clienti"

In Buenos Aires da oggi il cantiere per i nuovi cordoli I residenti: "Il Comune cancella anche le aree disabili"

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Il giorno prima dell'avvio ai lavori per la pista ciclabile protetta, in corso Buenos Aires, nessuno (o quasi) si concentra sulle biciclette. Tutti, al contrario, si preoccupano dei posti auto che verranno tolti. Si fatica a scriverlo ma il Comune non ha pensato ai residenti disabili: via i posti auto loro riservati, tranne uno «ottenuto dopo lunga trattativa» ci ha detto sconfortato il presidente dell'associazione commercianti Ascobaires, Gabriel Meghnagi. Sono i paradossi della vita, si dirà. Da un lato il primo cittadino non dimentica mai di profferir parole come «inclusione» e «arcobaleno», dall'altro, si smentisce con i fatti. «Corso Buenos Aires non è una strada del centro, non nasce pedonale, non è popolata da uffici ma da famiglie - è la riflessione di Meghnagi - Su 1,600 chilometri si affacciano 218 vetrine e immensi palazzi con almeno 15mila residenti. Nessuno di loro potrà scaricare la spesa o sostare per far scendere i bambini davanti al portone di casa. Ci è stato risposto che chi ha bisogno può utilizzare le vie laterali».

Come mai i posti per disabili sono stati cancellati? «Ne avevamo chiesto almeno uno davanti ad ogni farmacia, parlo da cittadino e da commerciante, non ho alcun disabile in famiglia, ma non capisco questo modo di governare. Un conto è la filosofia green, un altro l'assoluta mancanza di flessibilità, il non accorgersi delle reali necessità delle persone». Il presidente dei commercianti rivela che c'è stata una trattativa anche per la concessione degli spazi carico-scarico, «ne avevamo chiesti 12, sei per lato, ne avremo otto». L'unico parcheggio taxi rimasto sarà in piazza Oberdan, «temiamo gli ingorghi del traffico soprattutto i autunno-inverno - hanno spiegato due clienti della jeanseria Carrera - perchè, per allargare i marciapiedi e per realizzare le piste ciclabili su entrambi i lati, la carreggiata centrale verrà ristretta. Il corso è una strada di raccordo, consente a molti di entrare e uscire da Milano».

La signora accanto aggiunge che «il sindaco dovrebbe parlar chiaro: se non vuole più gli automobilisti, lo dica, ma c'è bisogno comunque di riprogettare la viabilità». Ovunque si entri, a parte gelaterie e caffè, nessun negoziante si dice contento della nuova pista ciclabile. «Non siamo nè via Dante, ne corso Vittorio Emanuele - è il commento di chi lavora da Piquadro - Il punto forte di questa strada è sempre stata la possibilità di fare acquisti in macchina». Da Kasanova temono di perdere la clientela, «da noi si comprano grossi scatoloni, sarà difficile immaginare di percorrere lunghi tratti a piedi portando borse pesanti». I favorevoli della pista ciclabile protetta si incontrano al botteghino del Teatro Elfo: «Veniamo sempre in motorino e in bicicletta - hanno confermato due dipendenti - Ricordo le stesse polemiche quando fu deciso di pedonalizzare Corso Vittorio Emanuele e via Dante, poi i commercianti apprezzarono. Qui da noi andrebbe ripensato il traffico, speriamo che la situazione migliori».

La titolare della sala, anche lei si sposta sempre con le due ruote, ha aggiunto: «Basterebbe copiare il modello olandese, uno spazio per i pedoni, uno per le due ruote e un terzo per le auto».

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