«Sono stato un grande atleta, non so se sarò anche un grande ct. Di certo ce la metterò tutta per raggiungere grandi risultati. E proseguirò nel solco tracciato da Ballerini». Paolo Bettini si presenta così nel suo primo giorno da ct dell'Italia del ciclismo. A lui, il presidente della federazione Renato Di Rocco affida il difficile compito di trovare il «nuovo Bettini». Ovvero un atleta in grado di vincere, come fatto dal neo-ct azzurro, due Mondiali e un oro alle Olimpiadi.
Il campione che non mancava a Franco Ballerini, tragicamente scomparso lo scorso febbraio e stratega di tanti successi del «Grill» in maglia azzurra. Proprio dal lavoro dell'ex direttore tecnico, Bettini riparte. E punta dritto al primo obiettivo, il Mondiale a Melbourne, in Australia in programma dal 29 settembre al 3 ottobre. «Non ho visto il percorso, lo ha fatto Franco ed è come se ci fossi stato - dice Bettini -. Ballerini lo ha definito un mix tra Salisburgo e Madrid. Sembra facile ma gli ultimi 700 metri salgono al 4 per cento, non è scontato che dopo una corsa vera si arrivi a fare la volata».
Il grande vecchio del ciclismo italiano, l'ex ct Alfredo Martini, definisce Bettini «un uomo che viene dal mare, e che da marinaio è diventato ammiraglio. E sarà un grande ammiraglio. È voluto da tutti, non gli manca niente. Ha dimostrato da atleta di non subire mai la corsa degli altri ma di saperla sempre imporre con tranquillità ed intelligenza. Una cosa sola gli manca: quel Bettini che aveva Franco Ballerini...».
È un tema ricorrente nel primo giorno di Bettini: il nuovo ct deve fare i conti con il suo alter ego. Di Rocco lo presenta con «malinconia ed entusiasmo. Malinconia perchè prende il posto di una persona a noi molto cara. Ma il suo più grande problema non sarà tanto superare Ballerini bensì trovare un altro Bettini...». Il contratto del ct è di un anno, ma c'è già l'accordo per arrivare insieme fino a Londra 2012 a prescindere dai risultati.
La Federazione ha fiducia in lui: «Bettini lo conosciamo tutti, è la scelta giusta per dare continuità al lavoro di Ballerini: era il suo regista in campo, un grande campione. Ha un ottimo rapporto con gli altri azzurri e bisogna continuare su questa strada, d'altronde lo zoccolo duro del gruppo è quello». Bettini conferma: «Conosco bene il gruppo perchè ho smesso da poco e so che dovrò contare tantissimo su quegli atleti che mi hanno aiutato a vincere: saranno una pedina fondamentale anche per i giovani».
Per Gianni Petrucci, presidente del Coni, la nomina di Bettini «testimonia una volta di più, dopo Alfredo Martini e Franco Ballerini, la tradizione azzurra dei grandi commissari tecnici. È la scelta più giusta anche da un punto di vista affettivo. Paolo è un grande campione e una persona molto cara, ha vinto tanto e ha scritto alcune delle pagine più belle di questo sport. Il ciclismo scoppia di popolarità e questa nomina è la dimostrazione del serio lavoro della federazione, in prima linea anche nella lotta al doping».
Bettini inizia la nuova avventura ben consapevole che il suo è «un ruolo importante». «In questi mesi ho riflettuto tanto e poi ho deciso di partire per questa nuova avventura. Lavorare a stretto contatto con Ballerini per me è stato molto importante. La sua amicizia per me è stata fondamentale nel 2006, quando dopo aver vinto i Mondiali persi mio fratello Sauro: Franco mi ha insegnato ad andare avanti».
Bettini sarà ai campionati italiani, poi al Tour de France. Tappe fondamentali per scegliere il gruppo per i Mondiali. «Il 3 ottobre dovremo presentarci organizzati e cattivi», dice proiettandosi al giorno della gara iridata.
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