Ciclismo

Addio a Vittorio Adorni, campionissimo di ciclismo degli anni Sessanta

Alla Vigilia di Natale si è spento uno dei ciclisti italiani più vincenti negli anni Sessanta. Vittorio Adorni è morto a 85 anni

Addio a Vittorio Adorni, campionissimo di ciclismo degli anni Sessanta

Si è spento all'età di 85 anni il campione di ciclismo Vittorio Adorni. A dare la notizia della sua scomparsa è stata Norma Gimondi, figlia di Felice, con un post su Facebook: "Ciao Vittorio, salutami papà. Sentite condoglianze alla famiglia, vi siamo vicine". Vittorio Adorni ha legato il suo nome a numerose competizioni classiche del ciclismo italiano e internazionale, conquistando il Giro d'Italia nel 1965 e laureandosi campione del mondo a Imola nel 1968.

Vittorio Adorni riuscì a segnare un'epoca nel ciclismo negli anni che furono dominati dai grandissimi Eddy Merckx e Felice Gimondi. Il presidente della Federazione ciclistica italiana (Fci), Cordiano Dagnoni, ha espresso "a nome di tutto il mondo del ciclismo i sensi del più profondo cordoglio alla famiglia". Adorni esordì tra i professionisti nel 1961, a 24 anni, e nel 1964 approdò alla Salvarani, team con il quale conquistò il Giro d'Italia dell'anno successivo battendo Italo Zilioli e Gimondi. La cavalcata di 90 chilometri al mondiale di Imola, quando tagliò il traguardo con 9'50" su Herman Van Springel e 10'18" su Michele Dancelli, lo fece entrare nella storia del ciclismo.

Si ritirò dall'attività professionistica nel 1970, quando nel suo palmares aveva accumulato ben 60 trofei. Salì sul podio della Corsa Rosa in altre due occasioni, oltre alla vittoria, quando arrivò secondo nel 1963 e nel 1968. Tra i piazzamenti più importanti in carriera ci sono tre podi consecutivi alla Liegi-Bastogne-Liegi, tra il 1963 e il 1965, e la seconda piazza alla Milano-Sanremo nel 1965 e al mondiale di Sallanches, nel 1964. Chiusa la carriera sportiva è stato poi dirigente della stessa Salvarani e della Bianchi.

Scoperto da Sergio Zavoli, che l'ha voluto subito con lui nel Processo alla tappa, ha dimostrato una capacità comunicativa fuori dal comune, che gli ha permesso, anche dopo la fine della carriera sportiva, di proseguire come commentatore.

Commenti