
Ora non ci sono più dubbi: Tadej Pogacar ha vinto il Tour de France, il quarto in carriera dopo quelli conquistati nel 2020, nel 2021 e nel 2024. Il campione sloveno è arrivato al traguardo della ventesima tappa (Nantua-Pontarlier di oltre 182 km e 4 Gpm) con il gruppo, con un distacco di oltre sette minuti dal vincitore, Kayden Groves, tanto basta per festeggiare domani a Parigi un nuovo successo nella corsa. Sarà un giorno da ricordare anche per Jonathan Milan, certo di poter indossare sul podio finale la maglia verde di vincitore della classifica a punti. Terzo italiano di sempre dopo Bitossi 1968 e Petacchi 2010.
"Siamo andati a tutta nelle prime due ore, nella pioggia. È stata una giornata molto pericolosa per mantenere la maglia gialla, sono contento che questa tappa sia finita e che domani andremo a Parigi". Le parole del vincitore del Tour. "La squadra è stata semplicemente il massimo - ha spiegato -sin dal primo chilometro, senza di loro il Tour sarebbe stato triste, terribile. Sono contento di essere parte di questo gruppo e che insieme possiamo ottenere questo successo. Se punto a vincere l'ultima tappa? Vediamo, non è una classica, è una tappa corta ma abbiamo una bella squadra".
Proprio così, ora Pogacar può provare il grande colpo e festeggiare domani in modo assolutamente speciale. La tappa di domani sembra essere l'occasione giusta perché per festeggiare il 50° arrivo del Tour sugli Champs Elysées il percorso è cambiato. Non più il festival dei velocisti, ma una piccola classica in centro a Parigi, con lo strappo di Montmartre (1,1 km al 6%, punte al 9%) in pavé, con scollinamento davanti alla basilica del Sacro Cuore, da ripetere tre volte. Dalla vetta mancheranno sei km al traguardo e quindi ci sta che Pogacar possa tentare un guizzo dei suoi.
In ogni caso, il dominio dello sloveno della Uae Emirates è stato totale. In classifica, il danese Vingegaard è secondo a 4'24", il tedesco Lipowitz terzo a 11'09". Mai Vingegaard è stato in grado di impensierire Pogacar nelle tappe di montagne. Di fatto Tadej ha ipotecato il Tour nelle prime due settimane: primo a Rouen (terzo Vingegaard), primo sul Mur de Bretagne (secondo Vingegaard), devastante sulla salita di Hautacam (secondo Vingegaard a 2'10") e implacabile nella cronoscalata di Peyragudes (secondo Vingegaard a 36"). Pogacar esce dai Pirenei con un vantaggio di 4'07" su Vingegaard e da quel momento il Tour è diventato pura gestione.
Vingegaard è andato nettamente più forte dei due Tour vinti nel 2022 e 2023, ma non è bastato. Il danese ha sempre perso il testa a testa con lo sloveno. E così Pogacar può aggiornare le sue cifre: 103 vittorie, 21 tappe al Tour, 53 maglie gialle (una più di Anquetil), e la maglia a pois di miglior scalatore. A 26 anni, con quattro Tour raggiunge Chris Froome e davanti ha soltanto il club di Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain, gli unici con cinque trionfi.
Facile pensare che nelle prossime due stagioni l'obbiettivo di Pogacar sarà quello di arrivare a sei e staccare tutti. Ora non resta che chiudere in bellezza: con una vittoria sotto la Torre Eiffel nello stesso magnifico scenario di Parigi 2024. Per rendere questo Tour ancora più indimenticabile.